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Pisacane: «Contro il Crotone gara da prendere con le pinze. Io una bandiera del Cagliari? Spero di diventarlo»
Obiettivo raggiunto per Fabio Pisacane, che a trent’anni ha esordito in Serie A. Il classe ’86 ha raccontato l’emozione della prima volta nel massimo campionato a “Il Cagliari in diretta” su Radiolina: «La vigilia di Cagliari-Atalanta? Volevo l’esordio in A a tutti i costi, è stato un carico di adrenalina impressionante. Ho superato l’esame, anche se l’arbitro stava rovinando tutto. Io vivo per il calcio, soffro quando non gioco, anche se non lo do a vedere. Alla fine il lavoro paga, ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissato».
LA MALATTIA – «A 14 anni mi comprò il Genoa. Nel mese di settembre, a un mese dal mio arrivo in Liguria, mi sentii male. Il Genoa mi fece visitare a Savona, dopo 72 ore arrivò la terribile notizia: ero stato colpito dalla sindrome di Guillain-Barré. Sono stato 30 giorni in ospedale, 20 in coma».
CURIOSITÀ – «Tello? Sta facendo molto bene a Empoli. Certo, gli manca la Sardegna. Parecchi giocatori si sono fermati a vivere qua, qualcosa vorrà pur dire. Mi auguro di diventare una bandiera del Cagliari, mentirei se dicessi il contrario. Se dovessi segnare un gol in Serie A lo dedicherei alla società e ai tifosi. Lunedì aprirò un locale a Napoli, nei quartieri spagnoli. Propongo i prodotti tipici delle regioni in cui ho avuto la fortuna di giocare: Umbria, Campania e Sardegna. Il tatuaggio del Boca Juniors? Io amo Batistuta e Maradona, da qui è nata la mia passione per il Boca. Quest’anno abbiamo la fortuna di avere a Cagliari un grande giocatore come Bruno Alves. È un onore essere un suo compagno di squadra. Borriello? L’ho incrociato nel 2006 al Genoa. Ritrovandolo ho scoperto un professionista impeccabile».
DOMENICA ARRIVA IL CROTONE – «Quella di domenica sarà una delle partite più difficili dell’anno. È una partita che va presa con le pinze, in Serie A tutte le gare nascondono insidie. Stiamo studiando il Crotone, speriamo di toglierci grosse soddisfazioni anche domenica al Sant’Elia».