Ex Rossoblù
Pisano: «Cossu meritava di tornare al Cagliari. Barella? Non mi sorprende»
L’ex difensore del Cagliari Francesco Pisano tra il presente ad Olbia ed il passato al Cagliari
Undici anni con il rossoblù addosso, dal 2004 al 2015, non si scordano. Per Francesco Pisano il Cagliari non è solo la squadra che tifava da bambino, ma anche quella in cui si è affermato in Serie A. Ora nel suo presente, dopo l’addio dell’estate 2015, c’è il bianco dell’Olbia. Intervistato da gianlucadimarzio.com, il difensore selargino ha parlato dei bianchi e del passato rossoblù: «C’è tutto per pensare in grande. Ma non parliamo di play-off, pensiamo partita per partita: facciamo tesoro dell’esperienza dell’anno scorso. Nel girone d’andata avevamo fatto molto bene, nel girone di ritorno abbiamo rischiato di retrocedere, evitando i play-out solo all’ultima giornata: la Serie C è questa».
IL CAGLIARI – Due categorie di differenza ma anche 275 chilometri di distanza dal capoluogo: «Quando è possibile vado sempre a Cagliari a vedermi la partita del Casteddu. Da amico sono felice per Andrea Cossu, perché meritava questo ritorno: per lui è il massimo. Per quanto riguarda me, invece, qui non mi fanno mancare nulla e sarebbe anche poco rispettoso per l’Olbia pensare al Cagliari». Se si parla di Cagliari e di Pisano è impossibile non pensare alla rete, l’unica in Serie A del difensore, siglata all’Olimpico contro la Roma: «Il gol all’Olimpico era il sogno che facevo costantemente, in quel momento non capivo più nulla. Era tanta l’emozione che ho iniziato a correre per tutto il campo e probabilmente senza tabelloni avrei continuato per chilometri e chilometri».
SU BARELLA – Nel frattempo tra i rossoblù è emerso Nicolò Barella. Proviene dal vivaio come Pisano ed ha appena conquistato la maglia della Nazionale Under 21, come fece il difensore a suo tempo: «Nicolò non mi sorprende, lo vedevo tutti i giorni. Aveva 16 anni, ma già la testa del professionista, per lo spirito con il quale affrontava gli allenamenti e si impegnava. Ha sempre avuto una marcia in più oltre che doti fuori dal comune. Alla fine il lavoro paga ed è giusto tutto quello che sta ricevendo in questo momento. Ha solo vent’anni ma in campo è già uno dei leader, un trascinatore. Fa la differenza e questo la dice tutta».