Poli: «Gigi Riva è stato quasi un padre per me. La mia carriera finì perché...» - Cagliari News 24
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Ex Rossoblù

Poli: «Gigi Riva è stato quasi un padre per me. La mia carriera finì perché…»

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Fabio Poli, ex giocatore di Cagliari e Bologna, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni per la rivista del club “Domus Rossoblù”

Fabio Poli, 83 presenze e 10 gol con i rossoblù nel trienni 1982-1985, ha parlato della squadra allenata da Davide Nicola. L’ex giocatore di Cagliari, Lazio e Bologna ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni per la rivista del club “Domus Rossoblù”. Le sue parole:

BACCHETTATO DA ROMBO DI TUONO – «Avevo appena comprato una Saab Cabrio. Riteneva che quella macchina fosse troppo per un ragazzino come me e me la fece restituire. E aveva ragione, mi fece capire che prima di potermi permettere certi lussi doveva passare un po’ di tempo. Avevo speso più di quello che potevo permettermi. Anche lui aveva una Saab Cabrio in quel periodo e qualcuno pensò che lo avesse fatto perché voleva essere l’unico in città con quella macchina, ma non lo fece per quello».

GIGI RIVA – «Era un maestro, quasi un padre. Tanti episodi nel tempo mi hanno fatto capire che ci teneva. Per lui non potevo non giocare in quel Cagliari. Anni dopo, quando ero al Bologna, era venuto al centro sportivo solo per salutarmi prima di ripartire per l’Isola. Era un affetto contagioso. Lo amavano tutti».

EPISODIO DELLA CINGOMMA – «Soffocare? Per colpa di una “cicca”, come la chiamate voi. In quel periodo era normale andare in campo con le gomme americane. Te le davano prima di giocare. E contro l’Arezzo, dopo aver preso un colpo, rischiai davvero grosso. Il portiere avversario, Pellicanò, mi venne subito in soccorso e Marco Branca ebbe anche il coraggio di segnare a porta vuota (ride n.d.r.)».

SCONTRO CON IVANO BONETTI – «Brutta storia quella. Mi costò anche una lunga squalifica. Era un Genoa-Cagliari, mi diede una gomitata in faccia e con un destro lo buttai giù. Fu un gesto plateale. Era un calcio diverso, pieno di provocazioni».

SCREZIO CON TOTO’ SCHILLACI – «Quello era un Bologna-Juventus. Battibeccammo per un rigore generoso e a fine gara mi disse: ‘Ti faccio sparare’. Io gli diedi un ‘buffetto’ in faccia, ma i giornali pomparono parecchio l’accaduto. Ci fu un processo per questo e fu anche la fine della mia carriera».

FINE DELLA CARRIERA – «Motivo? Avevo 30 anni, ma da quel momento nessuno volle più avermi in squadra».

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