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Pusceddu: «Cagliari? Era il mio sogno da bambino. La partita con il Torino…»

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Vittorio Pusceddu doppio ex della sfida Cagliari-Torino, ha rilasciato una serie di dichiarazioni per la rivista “Domus Rossoblù”

Vittorio Pusceddu ha parlato di diversi temi in vista della sfida odierna della squadra di Davide Nicola contro Torino di Paolo Vanoli. L’ex giocatore del Cagliari ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti per la rivista del club “Domus Rossoblù”. Le sue parole:

DARE TUTTO PER LA CAUSA – «Cagliari e Torino per te erano più di semplici casacche. Lo sono state tutte. Quando giocavo davo tutto per quella squadra. Poteva essere il Cagliari, il Verona o il Torino. Naturalmente quella del Cagliari non aveva paragoni. Era il sogno da bambino, la squadra che ho sempre tifato. Per questo quando una mia ex squadra affronta i rossoblù, non ci sono dubbi su chi tifare».

TOP 11 DEL CAGLIARI – «È un onore incredibile. Essere davanti a giocatori che hanno vinto lo Scudetto vuol dire aver fatto un buon lavoro e che i tifosi hanno riconosciuto il mio impegno in campo. Fa piacere essere accostato a gente come Albertosi, Zola o Gigi Riva».

GIGI RIVA – «Era il numero uno. Da ragazzino indossavo la 11, ero mancino come lui e sognavo un giorno di seguire le sue orme al Cagliari. Quando nel giugno del 1984, dopo tre anni nelle giovanili rossoblù, mi chiamò per dirmi di andare a firmare il primo contratto da professionista fu una gioia immensa».

COSA RAPPRESENTAVA? – «Un mito e come tale non lascerà mai il cuore della gente che ama il bel calcio. Perché questo faceva Gigi, bel calcio».

CAGLIARI-TORINO – «Entrambe le squadre giocheranno a viso aperto. Il Toro ha fatto molto bene fin qui, ma l’assenza di Zapata pesa. Il Cagliari, invece, in questo inizio di stagione ha sbagliato una sola partita, con l’Empoli. Nelle altre se l’è giocata mettendo in campo grinta, voglia e determinazione che non possono mancare in una squadra che vuole salvarsi. Nicola credo che sia l’uomo giusto al momento giusto. Spero che il fattore campo sia determinante».

PANCHINA DEL CAGLIARI – «Ti ci vedi un giorno? Allenare la nazionale sarda è un divertimento, non ho alcuna intenzione di rientrare nel giro. Questo calcio non mi appartiene più. Non è più il calcio che mi piaceva giocare e allenare. Credo che, nel tentativo di migliorarlo, lo abbiano peggiorato tra Var, fuorigioco passivo e via dicendo».

UN SOGNO A TINTE ROSSOBLU’ – «Il sogno è solo uno. Rivedere il tricolore sul petto. Uno scudetto da noi ne vale 30 alla Juventus. Anche se mi accontenterei di vedere la squadra sempre in Serie A e magari qualche volta lottare per quell’Europa che ho avuto la fortuna di giocare in rossoblù».

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