Ex Rossoblù
Rastelli: «Di Francesco? Sono contento sia al Cagliari»
L’ex allenatore rossoblù Massimo Rastelli è stato intercettato dai microfoni di una trasmissione tv, dove ha parlato del suo e dell’attuale Cagliari
Si sa, Cagliari è una città che fa innamorare e che rimane nel cuore di chi la vive, anche se solo per alcuni anni. Ed è questo quello che è successo a Massimo Rastelli, ex allenatore dei rossoblù dal 2015 al 2017. Il mister è rimasto legato all’isola e, in un’intervista andata in onda sulla rete televisiva Videolina Sport, ha raccontato il suo rapporto con il luogo: «Amo questa città, sono molto legato alla Sardegna e al capoluogo. Due anni e mezzo ricchi di soddisfazioni non si dimenticano facilmente. Ho vissuto anni stupendi qui con la mia famiglia». Le domande fatte all’ex tecnico dei sardi non si sono limitate solamente al suo amore per la Sardegna. Doverose sono state quelle riguardanti il suo Cagliari e quello attuale. Ecco le sue dichiarazioni.
SIAMO ANCHE SU INSTAGRAM: SEGUICI!
RASTELLI SU DI FRANCESCO – «È un mio grande amico, sono stato contento quando il Cagliari ha deciso di puntare su di lui, è un tecnico affermato, ha fatto grandi cose in passato. La società ha fatto la giusta scelta nel chiamarlo. Negli anni passati ha dimostrato di saper cambiare gioco nel corso di una stagione. Gli si deve dare il tempo di lavorare e di entrare nella testa dei calciatori. Questo vale per tutti gli allenatori, ma nel calcio italiano si vuole tutto e subito. Negli ultimi anni si predilige la ricerca del gioco dal basso, questo ti può dare dei vantaggi se riesci a superare il pressing avversario, dall’altra però vai a giocarti gli uno contro uno e se c’è un errore tecnico sei molto vulnerabile e questo permette agli avversari di farti gol».
ANALISI DELLA FASE DIFENSIVA – «Quando si cerca di essere propositivi e di fare il proprio gioco col tempo devi cercare i giusti equilibri per disinnescare le ripartenze avversarie. Di Francesco secondo me lavorerà su questi aspetti, come il pressing ultra offensivo e il fatto di perdere palla in fase di costruzione. Sono cose su cui si lavorerà sicuramente, fa parte della crescita dei calciatori e di una difesa molto giovane, fatta eccezione per Godin. Bologna-Cagliari è stata comunque una gran bella gara. Per come si era messa era importante portare a casa la vittoria, ma anche un punto avrebbe fatto molto bene per lavorare in tranquillità».
IL GIOIELLO JOAO PEDRO – «Nel mio primo Cagliari pur di far coesistere Sau, Melchiorri, Farias e Joao sacrificai quest’ultimo per far da spola tra difesa e attacco. Negli anni gli è stata data la possibilità di giocare dove si sente più a suo agio, ovvero da falso nove, dove può attaccare la profondità e giocare tra le linee. Qui ha trovato l’habitat naturale che gli dà serenità. Ora è capitano, si sente importante così da rendere al 100%».
IL SUO CAPITOLO CAGLIARI – «Il lavoro svolto al Cagliari è stato un lavoro importante e il tempo sta dimostrando che tutti insieme abbiamo ottenuto grandi risultati. Giulini ha sempre avuto parole positive nei miei confronti, l’esonero fa parte del gioco. Il tempo fa capire tante cose. Eravamo una squadra di neopromossi, io ero al primo anno in A e abbiamo fatto una bella cavalcata. Si poteva dare continuità a quel progetto, il terzo anno l’organico fu indebolito e c’era bisogno di tempo per carburare. Adesso la squadra è più forte».
I MIGLIORI RICORDI AL CAGLIARI – «Credo siano tutti ricordi stupendi ma in particolare l’ultima gara al Sant’Elia vinta contro il Milan con gol di Pisacane al 90′. Ci mancavano otto titolari, c’era Tachtsidis centrale e Crosta in porta. I ragazzi quella domenica diedero tutto se stessi per chiudere il campionato nel migliore dei modi. Fu bellissimo il giro di campo per i tifosi. Peccato per il gol annullato a Ibarbo che ci avrebbe portato al decimo posto, peccato non ci fosse il VAR. La partita per Daniele Conti mi fa ancora venire la pelle d’oca».
IL FUTURO DI RASTELLI – «Ora sono a casa, aspetto che si liberi qualcosa e che si rientri a lavorare. La mia passione è stare in campo, diventa difficile quando questo non avviene. Prima o poi tornerò a Cagliari per salutare Di Francesco. Mi ha invitato».