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Rastelli: «Nicola ha dimostrato di saper incidere. Secondo me per Piccoli serve questa cosa» – ESCLUSIVA

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Massimo Rastelli, ex allenatore del Cagliari, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai nostri microfoni sull’attualità dei rossoblù, Davide Nicola e tanto altro

Massimo Rastelli si è espresso relativamente a diverse tematiche relative alla squadra allenata da Davide Nicola e non solo. L’ex allenatore del Cagliari ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai nostri microfoni di CagliariNews24 sull’attualità dei rossoblù, passando poi per Claudio Ranieri, l’Italia di Luciano Spalletti e tanto altro. Le sue parole:

Il Cagliari è in ripresa dopo un inizio nel quale alcune cose non sono girate per il verso giusto. Quale pensa che sia stato il fattore che ha permesso questa svolta?

«Il segreto è sempre quello di rimanere lucidi quando non arrivano i risultati. Serve confrontarsi in maniera tranquilla su tutte le componenti e trovare la chiave di lettura per uscire dalle situazioni difficili. Credo che questo sia stato fatto, il presidente Giulini si è esposto in prima persona per difendere il lavoro dell’allenatore e quanto era stato fatto. Questo ha dato la possibilità di lavorare al meglio e con grande unità d’intenti, portando il Cagliari a fare bene nelle ultime 3 partite».

Davide Nicola con il tempo sta entrando nella testa della sua squadra. Che idea si è fatto dell’allenatore piemontese del Cagliari?

«Ogni squadra ha bisogno del proprio tempo e tutti i giocatori necessitano di crescere e capire dove sono e quello che devono fare, magari all’inizio alcuni non erano ancora al top della condizione. Il Cagliari, tranne nelle partite con Lecce ed Empoli, aveva fatto cose positive e non sempre erano arrivati risultati favorevoli. A parte in queste, nelle quali hanno perso meritatamente, i rossoblù nelle altre sfide avrebbero meritato qualcosa in più. Credo che solo continuando a portare avanti un certo tipo di lavoro e mentalità la squadra sia riuscita a ritrovarsi. Davide Nicola in questi anni ha dimostrato di incidere molto anche e soprattutto sull’aspetto emotivo e motivazionale. Riesce a trarre il meglio da tutti i suoi giocatori , soprattutto nei momenti difficili, e questa penso che sia una dote fondamentale per un allenatore!».

Nella scorsa stagione i rossoblù hanno conquistato una palpitante salvezza con Claudio Ranieri al timone. Signor Rastellli lei che giudizio da tanto della cavalcata salvezza quanto del tecnico capitolino?

«Ho seguito il Cagliari e credo che Claudio Ranieri abbia inciso tantissimo, vedi nella lettura delle partite e delle situazioni. Negli ultimi mesi è riuscito ad incidere molto, il Cagliari partiva in un modo e poi, a partita in corsa e attraverso i cambi, il mister è riuscito sempre a trovare quella soluzione per portare a casa punti. E’ chiaro che poi in campo ci vanno i giocatori e che sono loro a determinare tramite le giocate e alle loro qualità, però ho visto proprio un allenatore con grande esperienza. Sapeva sempre come e quando fare un cambio, che caratteristiche mettere e questo credo che abbia inciso tantissimo sulla salvezza».

Dato il suo passato da attaccante, le piace Roberto Piccoli? Quanto può crescere ancora e quanto pensa possa stimolarlo il paragone che sta circolando con Vieri?

«E’ sempre difficile fare paragoni ed a volte sono impropri, sicuramente la fisicità lo può accomunare a Bobo. Anche lui all’inizio faceva un po’ fatica nella continuità e poi piano piano si è messo all’attenzione, soprattutto in Serie B facendosi le ossa e diventando decisivo in Serie A ed in nazionale. Piccoli è agli inizi, sta cercando la propria identità e la proria continuità. Alterna tante cose positive a momenti in cui è meno in partita ma questo fa parte della crescita di un giovane. Bisogna solo aspettarlo, farlo giocare, fargli fare esperienza partita dopo partita e poi con i giovani è così, da un momento all’altro possono esplodere ed avere continuità. Questo sia per quello che fanno in campo sia a livello di fase realizzativa, cosa fondamentale per un attaccante come lui».

Qual è la favorita per lo scudetto nel campionato di Serie A dopo la vittoria dell’Inter nella scorsa stagione?

«Per me la favorita è sempre l’Inter, è la squadra campione d’Italia, portano avanti avanti lo stesso progetto tecnico ormai da 4 anni e quindi credo sia sempre la squadra da battere. Subito dietro vedo il Napoli che ha il vantaggio di non giocare le coppe e quindi di avere sempre la settimana tipo per preparare le gare. Non ha quel logorio fisico e mentale che poi alla lunga può risultare decisivo, soprattutto nel rush finale. Credo che se il Napoli sarà bravo a stare lì attaccato all’Inter poi magari negli ultimi due mesi potrebbe dire la sua per lo scudetto».

Secondo la sua esperienza quali sono le squadre che possono ambire alla promozione di quelle che stanno disputando il campionato di Serie B?

«C’è ancora una classifica che cambierà nel corso della stagione, siamo ancora all’inizio e ci sono state due pause per le Nazionali. Pur non partendo tra i favoriti del pronostico, il Pisa è meritatamente lì davanti. Chiaramente poi lì sotto ci sono delle corazzate come la Cremonese, il Sassuolo e la Sampdoria ed ancora squadre forti come il Bari ed il Brescia, il quale ha un buon organico. Credo che sia tutto da decidere perché conosciamo molto bene che tipo di campionato è quello di Serie B. Ogni squadra affronterà inevitabilmente dei momenti di difficolta, chi all’inizio, a metà o a fine percorso. E’ ancora tutto aperto e tutto è possibile ma ci sono quelle 3/4 squadre che ho nominato prima che penso siano state costruite per vincere e che cercheranno di arrivare tra le prime due. Questo anche perché poi i playoff tra i cadetti sono una lotteria».

Dopo la cocente delusione dell’europeo sembra che gli Azzurri stiano tornando sui propri passi. Che idea si è fatto sull’Italia del C.T. Luciano Spalletti?

«Sull’europeo mi sono fatto l’idea che quel gruppo sia arrivato un po’ scarico sia fisicamente che mentalmente. Quindi magari anche il peso del dover performare e dover fare una competizione all’altezza e da protagonisti, dovendo bissare quanto fato nell’europeo precedente, li abbia ulteriormente appesantiti nella testa. Credo che sia per questo che poi la squadra non sia riuscita a mettere in pratica tutto quello che Spalletti ha provato ad inculcarle. Si vedeva che era una squadra frustrata, la quale cercava di fare le cose che non le riuscivano. Questo sia nella fase di non possesso, nella quale non riuscivano ad avere la minima aggressività nell’andare a pressare in maniera efficare, sia in fase di gioco. Facevano fatica a tenere il possesso e a fare 3/4 passaggi di fila. Adesso è tutta un’altra squadra, sicuramente Spalletti avrà fatto tesoro di tutto quello che è stato il percorso dell’europeo, qualcosina avrà cambiato – come ha detto lui stesso. Ora è si vede l’Italia che tutti vorremmo vedere, ovvero una squadra fresca e pimpante, una squadra che gioca a calcio e vince subendo poco. Può solo che crescere secondo me!».

Si ringrazia Massimo Rastelli per la gentilezza e cordialità mostrata nel corso di questa intervista

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