2015
Rastelli, Farias e il nodo trequartista: quando la necessità diventa virtù
Nell’ultima sessione di calciomercato era stato spesso al centro di voci di mercato e dipinto come uno dei giocatori rossoblù con la valigia in mano. Già prima della fine dello scorso campionato il suo agente aveva fatto capire che il suo assistito avrebbe voluto cambiare aria perchè, per riprendere le parole del procuratore, “non meritava di giocare in Serie B”. Dopo tante voci, interessamenti, presunti sondaggi di club di massima serie, il club rossoblù è riuscito a convincere Diego Farias a restare in Sardegna.
Con l’arrivo di Massimo Rastelli, complice anche l’acquisto di un giocatore importante come Melchiorri, il brasiliano, che sino ad allora era considerato una seconda punta, è diventato un trequartista, almeno nella posizione in campo.
Ad oggi appare come il giocatore rossoblù maggiormente in grado di spostare gli equilibri, con dribbling e passaggi smarcanti. Un trequartista atipico, perchè nonostante la squadra di Rastelli sia basata sul 4-3-1-2, in rosa nessuno ha le caratteristiche del classico fantasista. Ed ecco allora che Diego Farias è diventato, a partire dalle amichevoli precampionato, il trequartista di riferimento, alternato a Joao Pedro.
Nelle prime gare di campionato il numero 17 ha messo in mostra tutto il suo repertorio, fatto di dribbling ubriacanti, giocate nello stretto, cross e tiri, aspetto che sembra aver migliorato rispetto alla passata stagione. Il giocatore rossoblù non è un vero trequartista, ma agendo nello spazio tra centrocampo ed attacco le sue caratteristiche possono essere letali, come dimostrato finora.
La trequarti è infatti una zona tanto amata da chi attacca quanto odiata dai difensori, consci delle difficoltà di arginare chi vi staziona e delle conseguenze di un’uscita a vuoto. E’ una “terra di mezzo” che il tecnico rossoblù ha affidato all’estro ed alla velocità di Diego Farias, già a quota tre nella classica marcatori nonostante agisca apparentemente lontano dalla porta avversaria. La caratteristica principale del brasiliano, infatti, è proprio quella di non essere un trequartista: l’adattamento a interprete di tale posizione tattica ha avuto un inaspettato effetto positivo, aumentando il tasso di imprevedibilità in un ruolo che di per sé risulta il più complicato da leggere.
Complici le diverse caratteristiche, l’attaccante risulta una variabile impazzita capace di far saltare i piani avversari e l’equilibrio della partita. In poche parole è la chiave che può scardinare le difese avversarie, soprattutto se si considerano le caratteristiche degli attaccanti rossoblù, abili a dare profondità e creare spazi nei quali il brasiliano si inserisce spesso e volentieri, vista la sua natura offensiva. Il numero 17 rossoblù, gara dopo gara, sta entrando nella nuova dimensione voluta da Rastelli che, consapevole della peculiarità del ruolo, gli lascia ampia libertà di movimento. Per questo motivo la zona di competenza ed il ruolo di Farias, più che un diktat, possono finire per rappresentare un’arma in più nel già completo arsenale offensivo in mano al tecnico campano.
Matteo Culurgioni