2015
Rastelli: «Sogno di aprire un ciclo a Cagliari»
Il Cagliari è campione d’inverno: ha chiuso il 2015 ipotecando la promozione in Serie A. L’attuale primato in classifica rappresenta poco, però, per Massimo Rastelli, che resta focalizzato sul traguardo finale: «Sin dal primo giorno a Cagliari ho avuto un solo pensiero: lavorare per tornare in A. E il girone di ritorno è un torneo a sé, molti si rinforzano, si aggiustano. Il Cagliari deve avere stessa motivazione e fame di vincere», ha dichiarato l’allenatore del club sardo ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
Rastelli è soddisfatto del grande margine sulla terza e la quarta: «Negli ultimi anni solo Sassuolo e Juventus han fatto meglio. Grande soddisfazione». Ma poi si guarda indietro, volge lo sguardo all’Avellino e alla scelta di sposare il progetto rossoblù: «Avellino resta nel mio cuore, ci siamo dati tanto. Sarei rimasto ma, uscita l’occasione Cagliari, non me la sono fatta sfuggire. Ora con Taccone ho un buon rapporto, dopo l’amarezza iniziale hanno capito la scelta. La rosa è competitiva, lo so, ma le retrocessioni sono devastanti psicologicamente, specie se impreviste. Ho ricostruito da zero, il morale era sotto macerie. Sono rimasti in 6-7 dalla A e comunque è una squadra giovane, anche i pilastri non arrivano a 30 anni. In molti non hanno vinto tornei quindi sono poco abituati a dovere battere chiunque, non sempre è stata una passeggiata riuscirci. E altre retrocesse dalla A non sono subito tornate in corsa per risalire. Riduttivo pensare: stanno facendo solo il loro dovere».
A proposito della rosa, Rastelli ha parlato del valzer delle punte e di Di Gennaro in versione Pirlo: «Quando vedo Farias, Joao Pedro, Melchiorri o Sau rincorrere in pressing l’avversario ho la conferma di come abbiano capito che la fase difensiva sia determinante. Sappiamo bene come i 4, insieme, non possano giocare. Scelgo l’attacco anche studiando i difetti della difesa avversaria, puntando il difensore debole di chi sfidiamo. Di Gennaro? L’ho arretrato davanti la difesa: porta qualità e verticalità. Pressa, raddoppia, crea verticalizzazioni immediate, legge la partita benissimo, gli dissi “Seguimi, e diverrai l’erede di Pirlo”, i mezzi li ha tutti».
Nel calcio moderno è impossibile essere integralisti: parola di Rastelli, che ha cambiato spesso vestito tattico in questa prima parte della stagione. Ora deve individuare gli innesti per rinforzare a gennaio la rosa a disposizione: «Serve solo un sostituto di qualità di Dessena, Munari lo ha rimpiazzato alla grande ma in caso di infortunio la coperta è corta. Il futuro? Sogno di aprire un ciclo a Cagliari, magari vivendo anche lo stadio nuovo, ma per quello c’è tempo. C’è un altro regalo che dobbiamo farci, un progetto a breve: abbiamo subito 18 gol dei quali 10 su palle inattive: se guariamo da questo neo e continuando nei trend positivi…».