2014
Razzismo e banane: anche Uribe ne sa qualcosa
Ha fatto notizia ciò che è accaduto domenica in Spagna, durante la gara di Liga tra Villareal e Barcellona: il terzino Daniel Alves, che si stava apprestando a battere un calcio d’angolo, ha deciso di rispondere ad un “tifoso” avversario mangiando la banana che gli aveva lanciato. Il morso della banana ha fatto il giro del mondo ed è stato pubblicizzato da molti altri calciatori, e non solo, come simbolo della lotta al razzismo. Ma il terzino brasiliano non è stato l’unico ad essere vittima di episodi razzisti di questo tipo. Ne sa qualcosa Julio Cesar Uribe, centrocampista peruviano del Cagliari dall’82 all’85, arrivato in Sardegna dopo la riapertura delle frontiere da parte della Lega Calcio. E’ considerato un vero flop da giornalisti e tifosi italiani, mentre in patria è ricordato come uno dei più grandi calciatori di sempre, per via della sua grande tecnica. Tecnica che ebbero modo di apprezzare anche i sostentitori rossoblù: segnò diversi gol su punizioni e si incaricava spesso di battere i calci piazzati. Il 21 novembre 1982 il Cagliari giocava a Verona contro l’Hellas per la decima giornata di Serie A, e proprio mentre Uribe si apprestava a calciare un corner, fu vittima del primo episodio razziale del calcio italiano: i tifosi veronesi, infatti, gli lanciarono delle banane. Il Diamante Nero non rispose allo stesso modo di Alves e l’episodio non gli consentì di ambientarsi in Italia, tanto che nelle successive stagioni di Seri B, nonostante la realizzazione di diversi gol, non riuscì mai a consacrarsi. Eppure appena arrivato in Sardegna doveva essere la grande speranza di rinascita del nuovo Cagliari: nel 1982 arrivò terzo al Pallone d’Oro sudamericano, dietro Maradona e Zico, non proprio due calciatori qualsiasi.