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Ripresa Serie A: il calcio spinge, il Governo frena e il tempo scorre
Il mondo del calcio spinge per tornare in campo, il Governo frena. Tanti i nodi da sciogliere, Spadafora avverte i club. E dopo la resa dell’Olanda…
Ripartire. E’ il diktat della stragrande maggioranza della Serie A. In ballo la stabilità di un sistema che teme un ridimensionamento eccessivo dopo la crisi economica scaturita dalla pandemia di Covid-19. La (forte) dipendenza dai diritti tv per le casse della maggior parte dei club si è accentuata in un momento in cui l’interruttore si è abbassato. Niente calcio, niente soldi. La soluzione, in teoria, è la più semplice: riaprire il calcio. La parte difficile sta nel metterla in atto. Le istituzioni calcistiche ci lavorano, premono dalle parti di Palazzo Chigi per ottenere un via libera che però è vincolato all’ormai famoso protocollo della FIGC.
Nonostante i tanti nodi da sciogliere, l’intenzione è quella di proseguire. A tutti i costi. Proprio per sostenere quei costi oggi insostenibili di fronte al pericolo di mancato versamento dell’ultima tranche dei diritti tv da parte di Sky, DAZN e IMG. La prima chiede uno sconto, le altre una dilazione dei pagamenti. Tutte ipotesi che, se realizzate, manderebbero all’aria i piani di Lega e club. Quindi, anche qui, mano e voce ferme: il campionato riprenderà e non c’è alcun motivo di chiedere sconti, ancor meno di ottenerli.
Ripresa della Serie A, dicevamo. Di mezzo, tanti ostacoli. Su tutti, quelli di natura sanitaria: il protocollo, così come presentato la scorsa settimana al Governo, non va. Andrà integrato con le indicazioni che presumibilmente arriveranno dalla federmedici del CONI. L’altra parte riguarda l’aspetto giuridico: serve una proroga della scadenza dei contratti oltre il 30 giugno. Ostacoli che – va evidenziato – difficilmente saranno superati in tempo. Anche perchè per quanto riguarda i contratti dovrà intervenire il Governo, che però è giustamente indaffarato su ben altre questioni.
Governo che al mondo del pallone, per ora, si limita a lanciare messaggi tutt’altro che indiretti. A sentire il Ministro Spadafora, con toni che lasciano trasparire un’orgogliosa autoritarietà (ed un pizzico di protagonismo), le probabilità di ripresa si abbassano ad ogni ora. Lo scenario internazionale, che ha fatto registrare la bandiera bianca sollevata dall’Olanda (con Belgio e Francia nel limbo), non conforta. E sembra quasi, ad esser maliziosi, aver innescato una ulteriore spinta allo stop definitivo. Se l’hanno fatto loro, allora…