2013

Sant’Elia, ecco l’idea del Comune per il nuovo stadio

Pubblicato

su

Mentre i tecnici continuano a lavorare per sistemare gli ultimi dettagli della nuova convenzione che dovrà riportare il Cagliari al Sant’Elia, arriva la clamorosa apertura del Comune di Cagliari alla realizzazione di un nuovo e più moderno impianto sulla base di quello già esistente. È lo stesso sindaco Massimo Zedda a manifestare pubblicamente l’intenzione della sua amministrazione e a dettare le condizioni per la realizzazione del nuovo Sant’Elia. 

In sostanza, stando a quanto si legge sull’edizione odierna de L’Unione Sarda, il modello da seguire (auspicato anche dalla maggioranza dei tifosi) è quello di Udine: vale a dire un gara a evidenza pubblica per la concessione del diritto di superficie alla società per un certo numero di anni in modo da ammortizzare i costi di realizzazione, con le spese di riqualificazione a carico del club e la possibilità di ospitare attività commerciali come ristoranti, un albergo e negozi, ma non centri commerciali e abitazioni, come ha chiarito lo stesso sindaco. 

L’idea è quella di un nuovo stadio più piccolo e confortevole, e dunque più adatto alle esigenze del calcio attuale, con le tribune coperte e riscaldato, senza pista di atletica e utilizzabile anche per manifestazioni e concerti. Come ha specificato il primo cittadino «vogliamo ristrutturare il Sant’Elia e non restaurarlo: questo significa che qualche parte potrebbe essere anche buttata giù, ma ad esempio si potrebbero riutilizzare le opere di palificazione che hanno consentito di costruire su un’area che prima era una palude». Come successo allo Juventus Stadium, ciò consentirebbe inoltre di recuperare il più possibile il materiale proveniente dal vecchio stadio. Nell’impianto torinese, il calcestruzzo è stato triturato e l’alluminio, l’acciaio e il rame sono stati fusi e riutilizzati per la nuova costruzione, ottenendo così un risparmio di circa 2,3 milioni di euro. 

Insomma, la strada verso il nuovo Sant’Elia, sembra tracciata. Resta da vedere se alle intenzioni seguiranno i fatti. Se così fosse, come affermato dal sindaco, «nel giro di un anno e mezzo, due al massimo, avremmo risolto il problema» e il Cagliari potrebbe finalmente avere la sua casa.

Exit mobile version