2014

Sau: «L’armonia e la forza del Cagliari sono speciali»

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Prima il gol in Coppa Italia, poi al debutto in campionato contro il Sassuolo: è partito forte Marco Sau, che però mantiene un profilo basso e preferisce evidenziare l’exploit di Simone Zaza. «E’ forte, con noi ha fatto un bel gol. Sono contento anche per la sua rete in Nazionale», ha dichiarato l’attaccante del Cagliari ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, dove ha parlato anche del presidente della FIGC Carlo Tavecchio: «Non mi è piaciuta la frase sui giocatori di colore. Ma in Italia va così».

Sau, che ha chiarito il perché del soprannome “Pattolino” («Pato non c’entra, mi chiama così mio cugino»), ha le idee chiare per questa stagione: «Devo pensare a far bene col Cagliari. Poi, si vedrà. Le finte in campo? Utili per tirare».

L’attenzione poi si sposta sulla Nazionale e sul nuovo corso con Antonio Conte alla guida: «Non rinnego nulla, sono cresciuto con la valigia in mano e ho imparato ovunque. Zaza? Lo conosco bene, siamo stati nella Juve Stabia, merita la maglia. E anche la chiamata di Insigne al Mondiale è stata giusta. Al Foggia assieme abbiamo fatto buone cose. Conte? Mi piacerebbe conoscerlo meglio. Da allenatore ha fatto molto bene, da selezionatore è diverso. Ma ha chiamato i giovani, un buona partenza. Se lavoro al massimo col Cagliari, qualcosa succederà. Meglio stare tranquilli, concentrarsi e pensare all’Atalanta».

Con il cambio di proprietà e l’arrivo del nuovo patron Tommaso Giulini tira un’aria nuova in casa Cagliari: «È cambiato tutto, in società e in campo. Altro clima. Il presidente punta a riavvicinare i tifosi e i risultati si vedono, a partire dallo stadio. Il mix tra veterani e nuovi è riuscito. Cellino? Il passato remoto. Non lo vedevamo da mesi. Giochiamo in un altro modo. Centimetri e chili servono meno. Dobbiamo andare incontro e aggredire gli spazi. Il gol rasoterra con il Sassuolo non è frutto del caso. Conosco Zeman, i risultati arrivano e i tifosi si divertiranno. Sono andati via Astori, Nainggolan, Perico, Avramov. Ma l’armonia e la forza del gruppo sono speciali», ha spiegato Sau, che poi ha parlato del rapporto speciale con Zdenek Zeman: «Intanto, quando serve parla. Dice tutto e in faccia. Magari lo fa con una battuta. Ieri, dopo un tiro sbagliato, mi ha chiesto se avessi i piedi freddi o se dovesse far spostare la porta. Ti segue e si fida. Sa che siamo professionisti, ma tutti i giorni finiamo sulla bilancia».

E a proposito del tecnico boemo, Sau ha rivelato qualche retroscena relativo all’esperienza vissuta insieme a Foggia: «A Cosenza, a fine campionato, ci disse che saremo andati in A ma che il difficile sarebbe stato rimanerci. Aggiunse che ci avrebbe seguito. Non l’abbiamo deluso. Con la Cisco Roma vincemmo 3-1. Segnai di tacco: mi ha fulminato con lo sguardo. Al ritorno, vincevamo 3-2 con un uomo in meno. Loro hanno pareggiato nel recupero con un tiro da 30 metri di Baronio. Il lunedì ci ha detto bravi. Cangelosi, il suo secondo, ha detto che non era mai successo. So cosa devo fare e si fida di me: per lui a Foggia ho giocato anche con una caviglia in disordine».

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