Senza coraggio - Cagliari News 24
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2015

Senza coraggio

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Cagliari-Roma è una partita di quelle che ti rovinano la domenica intera, anzi una di quelle partite capaci di rovinare persino il lunedì, perché ripensandoci a mente fredda, ci si rende conto di quanto sarebbe potuto essere facile, molto piu facile di quanto avremmo potuto immaginare.
E’una squadra decimata quella che si presenta al Sant’Elia, in settimana sui giallorossi cadono anche le tegole dell’infortunio di Ibarbo e dell’influenza di Totti.
Eppure il Cagliari non riesce ad approfittarne.
Gioca un primo tempo in sordina, remissivo, rinunciatario, la Roma segna ma si vede che non è in giornata e invece che scatenare una guerra per ottenere i 3 punti salvezza, il Cagliari lascia trascorrere il tempo inesorabilmente e senza mai reagire o impensierire seriamente gli avversari.

Tutto troppo facile per Garcia che fa esordire qualche giovane e mettte a letto Totti prima d fischio finale.
E il Cagliari?
Stretto, troppo stretto in difesa nella morsa di un gelido vento di tramontana rinuncia da subito a lottare, a fare la partita.
Neanche capitan Conti tornato finalmente al suo posto, riesce ad approfittare di una Roma che ieri era tutto fuorché inarrestabile!

Si dice spesso per una squadra come il Cagliari non siano queste le partite da vincere e invece no, per una squadra che si deve salvare, affamata di punti sono anche queste!

Ma non per la squadra spenta di ieri: Ekdal sotto tono come ancora non si era visto, il secondo goal un errore di Rossettini e Brkic, uno spentissimo Joao Pedro e un Cop lasciato troppo solo in attacco.
Una sorpresa positiva invece questo ragazzo dal nome impronunciabile e dalla grinta emergente, Paul-José M’Poku, speriamo non si spenga con il tempo e non si allinei al resto della squadra che manca di carattere. Perché la mentalità vincente non è una cosa che si compra al mercato di riparazione, non la inculchi in due settimane in giocatori poco predisposti e sopratutto non trasmetti l’amore per una squadra a gente che non conosce né la storia né la gloria della società per la quale gioca.

Questo Cagliari di Giulini è una creatura ambigua sempre più lontana dai canoni che siamo abituati a conoscere, giocatori che vanno e vengono senza che abbiano il tempo o la voglia di sentirsi addosso la maglia, di sentirsi parte integrante di un popolo e le bandiere di sempre tenute in panchina se non in tribuna.
Una squadra che parla sempre più lingue differenti, un’amalgama difficile da comprendere anche per noi tifosi che ci mettiamo il cuore e intanto lo spettro della B fa sempre più paura…almeno a noi!

 

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