La metamorfosi di Simeone sta in poche parole - Cagliari News 24
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La metamorfosi di Simeone sta in poche parole

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Le dichiarazioni al termine del match contro il Bologna indicano un possibile cambio di direzione nella carriera di Simeone, attaccante da sempre dedito a sacrificio e lavoro oscuro

Tanto, tantissimo movimento, pochi gol. Giovanni Simeone si era appiccicato addosso l’etichetta di attaccante operaio, soprattutto dopo la scorsa stagione a Firenze. Sei reti per un centravanti sono un bottino poco soddisfacente. Lavoro oscuro, ripiegamenti sino alla linea difensiva, allunghi in profondità: Giovanni Simeone. Ogni tecnico che lo ha avuto a disposizione ci ha sbattuto il muso: «Deve essere meno altruista, pensare di più ai gol», il mantra. E la risposta del Cholito era sempre la stessa, dettata da un’attitudine alla lotta su ogni palla ed alla rincorsa all’avversario a volte anche deleteria.

La logica conseguenza era una scarsa lucidità sotto porta che l’ha spesso contraddistinto, anche nella prima parte di stagione a Cagliari. Un fattore a cui ci si era abituati, tanto da considerare l’ex River e Fiorentina il classico attaccante a cui evitare di affidare le sorti della squadra. Incapace di garantire con certezza quel numero di reti per cui i club scelgono i propri attaccanti. Un ragionamento inconscio che derivava non tanto dalle caratteristiche di Simeone quanto dalla sua irremovibile attitudine al sacrificio, che ha sempre evidenziato a metà con orgoglio ed a metà con un pizzico di rammarico. Quasi come fosse una croce da portare per tutta la carriera. Ma qualcosa sembra muoversi.

Ieri, dopo il quarto gol in quattro gare, una parziale svolta: «Io sono generoso, cerco di aiutare e coprire gli spazi in fase di non possesso. Ma essere generoso significa anche riempire l’area e capitalizzare il lavoro della squadra». In queste poche parole c’è la metamorfosi del Cholito, da sempre associato a papà Cholo anche per il carattere battagliero: questione di DNA. La straordinaria continuità mostrata dall’attaccante argentino dopo il lockdown non dipende esclusivamente dalla cura Zenga, fatta passare da alcuni per miracolosa. Ma è evidente che il tecnico ha saputo toccare i giusti tasti. Lo dice, in quelle poche parole, anche Simeone. DNA sudamericano, ma con una nuova visione: generosità in campo sì, ma finalizzata alla fase d’attacco. E la stagione in chiaroscuro di Firenze è spazzata via dal decimo centro in rossoblu: di nuovo doppia cifra, con 9 giornate per eguagliare e – perchè no – superare il record personale di 14 gol con la Fiorentina nel 2017/18.

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