Hanno Detto
Storari: «Era così quel Cagliari. Credeva fortemente nelle proprie qualità e non mollava mai»
L’ex portiere ricorda le stagioni passati con la maglia del Cagliari tra la storica promozione con Rastelli e la salvezza del 2008
Marco Storari, attualmente dello staff tecnico della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a La Nuova Sardegna ripercorrendo le tappe ed i momenti più emozionanti dei suoi anni al Cagliari. Queste le sue parole:
ESPERIENZE A CAGLIARI – «Diciamo subito che in entrambe le occasioni mi diedero del pazzo per aver accettato di giocare a Cagliari. Ma la salvezza del 2008 e la promozione del 2016 sono due fiori all’occhiello della mia carriera. Sapevo che in entrambe le occasioni avrei giocato da titolare e dunque non mi sono tirato indietro»
LA SCOMMESSA – «Eh sì . Perché ero alla Juve. Si, riserva, ma pur sempre nella squadra più titolata d’Italia e con una bacheca ricca di trofei. Decisi di venire in Sardegna dopo aver parlato con il presidente Giulini. Lui, dopo la retrocessione era molto carico. Negli occhi gli si leggeva la voglia di rivincita, di far tornare subito la squadra in A. Il progetto era interessante e, così, alla fine, feci il gran passo: tornare a Cagliari per provare a vincere il campionato di serie B»
RICONOSCENZA DEI SARDI – «Mi capita spesso di incontrare sardi. Nel nord ce ne sono tantissimi, e ogni volta è una festa. Mi salutano, mi abbracciano, mi ringraziano per quello che ho fatto difendendo la porta rossoblù. Sono cose che valgono tanto per uno come me. Una riconoscenza che davvero è impagabile»
MISTER RASTELLI – «Un tecnico vincente. Aveva già dimostrato di essere preparato e nel Cagliari riuscì a guidare nel migliore dei modi un’autentica corazzata, amalgamando bene giocatori molto forti e formando un gruppo che ha creduto nella promozione sin da subito»
FIDUCIA IN SE STESSI – «Lo capimmo dall’inizio dal ritiro di Pejo. Fu lì che riuscimmo a cementare il gruppo, e a vedere che le potenzialità erano davvero eccezionali»
CONCORRENZA – «Che dire? Avevo tanta voglia di giocare. Alla Juve avevo davanti Buffon, mentre a Cagliari all’inizio a spronarmi c’era la concorrenza di Cragno, che già da giovane aveva mostrato dei numeri importanti. Ero anche uno degli anziani, uno dei più esperti dunque. Esperienza che misi a disposizione dei compagni»
UNA CORAZZATA – «Si, come ho detto, si trattava di un’autentica corazzata. Penso che avremmo potuto conquistare la promozione già prima della terz’ultima giornata di campionato. Ma anche se hai a disposizione una formazione fortissima, una cosa è quello che hai sulla carta e un’altra è dimostrare il proprio valore sul campo. Ci fu il Crotone che a lungo ci contese il primo posto, ma alla fine, con la vittoria di Vercelli ci prendemmo la soddisfazione anche di chiudere al primo posto»
LA CONFERMA – «A conferma della forza che aveva quel gruppo straordinario, fatto di giocatori di grande spessore. La conferma arrivò nella stagione successiva in A, quando riuscimmo ad arrivare all’11à posto, piazzamento di assoluto valore per una matricola»
RISULTATI IN EXTREMIS – «Eh sì, a tempo scaduto, lì, stavamo perdendo 1-0, invece con Farias e Sau riuscimmo a ribaltare il risultato e a vincere. Era così quel Cagliari. Credeva fortemente nelle proprie qualità e non mollava mai.Ma questo va sempre fatto, lo ripeto ai giovani della Juve: sin che c’è partita, c’è speranza…».