2014
Sulla rotta della speranza.
Atalanta-Cagliari sembra la partita giusta, la trasferta del riscatto.
Un primo tempo da incorniciare, ecco il Cagliari che ci piace: combattivo, organizzato, ordinato, che gioca un bel calcio, sembra il preludio ad una bella vittoria fuori casa, quella che il Cagliari cerca esattamente dal 17 febbraio scorso, mentre a Bergamo il Cagliari, non vince da oltre 22 anni.
Solo 3 pali e un pizzico di sfortuna sembrano mettersi contro una vittoria che mai come alla fine del primo tempo, sembrava davvero a portata di mano.
Invece, come un film gia’ visto, va in scena l’ennesima disfatta.
Disfatta perche’ dopo un primo tempo a quei livelli non si puo’ perdere in quel modo, con un goal arrivato appena al 23°del secondo tempo, con ben 25 minuti restanti, utili per riscattarsi, ma con l’impressione, una volta sotto, di non riuscire a recuperare neanche con altri 90 minuti a disposizione.
Non si puo’ far entrare un esordiente e buttarlo nella mischia a partita ormai persa, nei minuti finali, perche’ i miracoli li fanno i santi non i calciatori.
Non si puo’ sopratutto perche’ Ibarbo, per come ha giocato il secondo tempo, doveva essere sostituito immediatamente e non permettegli di ciondolare in campo inutilmente e far terminare la partita ai suoi in 10 per uno stupidissimo fallo dettato solo dalla frustrazione.
Cellino scende quasi fino in campo e decide che e’ arrivato il momento di dispensare i propri consigli, ha tutto il diritto di farlo, ma, non me ne voglia nessuno, i ruoli nel calcio non si possono invertire, perche’ se lui ha deciso di far l’allenatore, che qualcuno a questo punto faccia il presidente!!
Serve qualcuno per rinforzare l’attacco, serve un allenatore che dia mordente alla squadra e che faccia risvegliare in questi uomini ,la fiducia nelle prorie capacita’ che sembra essersi smarrita.
Serve un uomo al centrocampo che rubi i palloni come Nainggolan faceva egregiamente fino a qualche domenica fa.
Un risultato storto e’ raddrizzabile, una partita e’ persa solo dopo il 90° minuto e sopratutto, solo dopo che si e’ dato tutto per provare a recuperarla.
Ecco cosa manca al Cagliari, quella consapevolezza di sapere che una barca ben attrezzata, puo’ affrontare anche un mare di difficolta’, ma non si lascia trascinare in balia del mare in tempesta.
Bisognera’ ovviamente mettere mano anche al portafogli e terminare questo mercato di gennaio, anche con qualche nome sotto la voce acquisti oltre alle numerose e pesanti cessioni effettuate.
Questo campionato in galleggiamento toglie ogni speranza di ambizione futura, ed e’ proprio quella che forse bisognera’ riprendersi al piu’ presto.
Il gioco sembra esserci, ora ritroviamo la rotta, come una grande ammiraglia, remiamo tutti assieme con il vento in poppa e sopratutto ritroviamo lo spirito, quello giusto, quello combattivo, quello dei guerrieri.