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Tavecchio: «VAR mezzo di giustizia, ma urge ridurre i tempi»
Il presidente federale e commissario della Lega Carlo Tavecchio ha elogiato il VAR e ribadito la volontà di ridurre le squadre di Serie A: «Auspico soluzione ragionevole entro 3-4 anni»
Dal VAR all’annosa questione che riguarda la riduzione del numero delle squadre partecipanti ai campionati professionistici: questi i temi caldi toccati da Carlo Tavecchio, intervistato nel corso della trasmissione “La Politica nel Pallone” in onda su Radio 1. «All’inizio del nuovo anno apriremo un tavolo e mi auguro che si possa arrivare a una soluzione ragionevole nell’arco di 3 0 4 anni», ha anticipato il presidente federale e commissario della Lega Serie A.
RIDUZIONE DELLA SERIE A – «È inevitabile che i campionati professionistici vadano ridotti, e mi riferisco a Serie A, Serie B e, soprattutto, Serie C. Si potrebbe passare dalle attuali 102 squadre a una settantina e non è un problema che riguarda solo l’Italia ma anche il resto dell’Europa. Ridurre il numero di squadre consentirebbe dei risparmi importanti per le società, ma finché questa decisione spetta ai soggetti partecipanti sarà difficile portare a compimento la questione. I fatti sono questi: la volontà c’è, ma quelli della parte destra della classifica non andranno mai incontro a quelli della parte sinistra e per ridurre i campionati servono delle maggioranze qualificate».
IL VAR – L’argomento si è poi spostato sulla grande novità definitivamente introdotta in Serie A. Il Video Assistant Referee è stato sin dalle prime battute sostenuto dal presidente della FIGC: «Il VAR è un grande mezzo di giustizia, sono state riformate almeno una decina di decisioni che hanno riportato nel giusto il provvedimento sportivo. Come in tutte le cose ci vuole una fase di ambientamento e il problema vero è quello della tempistica della trasmissione dei dati all’arbitro che richiede più tempo del previsto. Gli arbitri decidono in 20-30 secondi per cui bisogna ridurre il tempo che intercorre fra la decisione nello studio e quella sul campo, fermo restando che dietro la tecnologia ci sono sempre degli uomini e gli uomini non sono infallibili».
DIRITTI TV – In chiusura spazio ai diritti tv, altra priorità: «C’è ancora il problema dei diritti tv nazionali e della governance che non è di poco conto. Credo che non sarà facile chiudere il commissariamento entro il 31 ottobre, quando scade il mandato, ma ce la metteremo tutta».