Titoli di coda

Per il gran finale siamo stati invitati a partecipare alla festa della Juventus campione d’Italia per il terzo anno consecutivo e come
da copione, il Cagliari gioca la parte dell’invitato modello che si presenta con dono, rispetto e spirito di gratitudine.
Ce l’aspettavamo, in fondo se ci fosse stata una bella giornata, saremo andati tutti al mare scordandoci quasi dell’evento.

Il nostro campionato in verita’, era già finito da due domeniche.
Non ci son stati grandi festeggiamenti per questa promozione, in perfetto stile con la mediocrità di quest’anno calcistico, ma a conti fatti, come già detto da più parti, il decimo campionato di fila in serie A e la difficoltà del fattore stadio, hanno reso questa salvezza quasi miracolosa.
Ora attendiamo un nuovo miracolo, un nuovo ciclo che probabilmente parlerà americano, ora che il pallone smetterà di girare per
qualche tempo, attendiamo il valzer di notizie, conferme, smentite….

La partita di ieri è stata lo specchio dei due lembi piu estremi del calcio italiano oggi: da una parte la squadra con lo stadio migliore d’Italia, che guarda al futuro e che dà un valore aggiunto a squadra e tifosi, dall’altra noi, simbolo di un calcio che e’ davvero giunto ad un bivio e il primo cambiamento deve passare proprio da Cagliari, perché mai più il le domeniche di campionato possano essere scenario di stadi chiusi, sinonimo di privazione di diritti della gente comune.

L’unica cosa che ci auguriamo per davvero è che qualcuno prenda a cuore seriamente questa vicenda, c’è da ricostruire uno stadio e da riformare una società, da restituire dignità ed entusiasmo a questi tifosi e sopratutto da ritrovare quell’identita’ di squadra
rappresentante di un popolo a cui troppe volte hanno fatto abbassare la testa.

Il calcio e’ un fenomeno sociale e oltre a farci gioire, deve farci riflettere e farci trovare la voglia di cambiare per davvero ciò
che non va, perché la nostra immagine di italiani passa anche per gli stadi, per i tanti bambini che giocano o semplicemente
tifano e credono ancora che lo sport possa migliorare e arricchire di emozioni la vita di molti di noi.

Arrivederci a Settembre, con la speranza che i mondiali in Brasile siano solo uno scorcio di colori allegria e divertimento, che
siano prova di maturita’per dimostrare che siamo seriamente pronti a quel modello di sport che sogniamo.