Tomasini: «Possiamo giocarcela con la Juve se ci mandano l'arbitro giusto! Nicola? Dell'allenatore penso questo» - ESCLUSIVA - Cagliari News 24
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Tomasini: «Possiamo giocarcela con la Juve se ci mandano l’arbitro giusto! Nicola? Dell’allenatore penso questo» – ESCLUSIVA

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Giuseppe Tomasini, ex giocatore del Cagliari, ha rilasciato delle dichiarazioni sulla squadra di Davide Nicola in vista della partita contro la Juventus

Giuseppe Tomasini in Sardegna ha messo radici dopo le 156 presenze da assoluto protagonista e lo scudetto della stagione 1969-1970. L’ex giocatore del Cagliari ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva sulla formazione sarda a due giorni dalla partita contro la Juventus. Tra i vari temi trattati anche il pareggio con l’Atalanta, la figura di Davide Nicola ed un passaggio sui ricordi del campionato vinto nell’isola. Le sue parole:

LE PAROLE DI TOMASINI

La mezza impresa di Bergamo ha riempito d’orgoglio i tifosi del Cagliari, cosa ne pensa del pareggio strappato all’Atalanta di Gian Piero Gasperini?

«Sono stato orgoglioso anche io nel vedere il Cagliari competere alla pari con l’Atalanta, loro avevano giocato pochi giorni prima però sono sempre una grande squadra con una grande rosa. Non siamo alla loro altezza ma la partita del Gewiss Stadium mi ha riempito di orgoglio perché il Cagliari ha giocato alla pari trovando un punto che è molto importante!».

Domenica all’Unipol Domus arriverà una Juventus ferita ed in cerca di riscatto dopo l’eliminazione dalla Champions League. Lei Tommasini crede che i rossoblù possano continuare la striscia di risultati positivi?

«Penso di si se ci mandano un arbitro giusto! Io ho fatto dieci anni di Serie A e quando giocavo contro la Juventus vedevo che qualche favore lo ricevevano sempre. Credo che nella forma attuale del Cagliari ce la si possa giocare nei novanta minuti, questo nonostante il fatto che non siamo all’altezza dei bianconeri. Loro sono stati eliminati in Champions League per cui non avranno il morale alto, è una cosa che possiamo sfruttare perché invece noi siamo in ottima forma. Nel calcio poi cambia sempre tutto, dici una cosa e ne succede un’altra però possiamo giocarcela senza sintomi d’inferiorità rispetto alla Juventus. Per ogni squadra, anche le più deboli, il gioco del calcio è sempre questo: una palla che rotola e che va in porta, la partita può anche girare dalla parte del Cagliari!».

Lei in passato è stato definito un difensore abituato alla fatica, uno difficile da superare. Si rivede più in Yerry Mina o in Sebastiano Luperto? In generale che idea si è fatto dei due centrali del Cagliari?

«Certo, Yerry Mina e Sebastiano Luperto sono bravi, due difensori ottimi. Il mio periodo era un po’ diverso, non credo che si possa paragonare la nostra squadra con quella attuale, noi avevamo 7/8 giocatori in Nazionale. Questi giocatori del Cagliari sono all’altezza della Serie A, cosa che vedo sempre quando vado a vedere la partita. Quest’anno le grandi squadre non ci hanno mai umiliato per cui penso che ce la si possa giocare alla pari con la Juventus! Il Cagliari attualmente ha un buonissimo allenatore ma anche dei bravi giocatori, il presidente Giulini ha scelto bene!».

Il tecnico Davide Nicola pare aver definitivamente convinto i tifosi sardi con la coerenza ed una chiara idea di gioco. Le sta piacendo il modo di stare in campo dei rossoblù?

«I tifosi del Cagliari devono venire allo stadio a sostenere la squadra, Nicola ed i giocatori ci mettono tutta la loro forza. Il livello è quello lì però come persone e professionisti sono dei grandi, sono persone giuste e lo stadio deve riempirsi sempre. Nicola per me è un bravissimo allenatore perché una cosa è lottare per lo scudetto ma è tutt’altra quando hai sempre lottato per la salvezza come ha fatto lui. Sono importanti il morale ed i giocatori ma devo dire che l’allenatore ha dei meriti, penso che possa condurre in porto il Cagliari tranquillamente».

Immagino che i tifosi del Cagliari non perdano mai l’occasione di ricordarle lo scudetto vinto nella stagione 1969-1970. Cosa prova quando riemergono i ricordi di quell’anno ed in generale di quelle stagioni magiche?

«Quel Cagliari è stata la squadra che amato di più, è stata una grande squadra! Era difficile andare contro lo strapotere economico delle squadre del Nord ma noi l’abbiamo sdrenato. Noi dovevamo vincere anche l’anno prima ma c’era Franchi (presidente della Fiorentina n.d.r.) che stava diventando presidente della UEFA… Guarda caso noi abbiamo perso la partita di Firenze e loro hanno vinto lo scudetto! Quella era una squadra che amava la Sardegna, la maglia e tutto il resto, la dimostrazione arriva dal fatto che molti giocatori di quella squadra sono rimasti nell’isola a lavorare onorevolmente. Tutta gente che si è data da fare senza dover chiedere niente a nessuno, hanno lavorato quiì perché stavano bene in Sardegna. Il nostro Cagliari era una squadra di amici, se io avevo bisogno di qualcosa Riva e Greatti mi venivano subito incontro. Siamo diventati grandi quando ci siamo conosciuti ed avendo la possibilità di passare del tempo assieme, noi tutte le sere eravamo assieme in foresteria in 6/7. Alle 10:30 eravamo tutti in camera, insomma dormivamo poco ma eravamo sempre tutti lì: io, Domenghini, Niccolai, Greatti, Riva, Zignoli. Vincere lo scudetto in Sardegna non era facile, è stata una grande squadra. Parlandone ora con distacco e freddezza, e guardandola sotto altri punti di vista, si capisce che era un’altra cosa».

Napoli ed Inter non riescono a staccarsi definitivamente dal gruppone che le segue. Sarà una lotta a due per lo scudetto o crede che possano essere ancora in corsa squadre come Atalanta e Lazio?

«Io penso che possa essere una partita tra Napoli ed Inter: i partenopei hanno una grandissima squadre ed un buon allenatore come i nerazzurri, se la giocano loro due. Poi nel calcio può succedere di tutto, magari si fanno male 2/3 giocatori del Napoli e cambia tutto. Non penso che Atalanta e Lazio possano riuscire a stare in scia per quanto anche loro siano due grandi squadre, come livello sono un po’ sotto alle prime due!».

L’Europeo giocato in Germania dagli Azzurri ha a dir poco deluso per esito e tipo di gioco espresso. La svolta dell’Italia del C.T. Luciano Spalletti in Nations League l’ha convinta?

«Io penso che Luciano Spalletti sia un uomo d’onore per cui dopo l’Europeo si sarebbe dovuto licenziare e lasciare il posto ad un altro! Si, dalla Nations League in poi c’è stata una svolta; l’Italia rimane un grandissimo vivaio con tanti buoni giocatori. Possiamo continuare a giocarcela contro le altre Nazionali perché siamo al loro livello».

Si ringrazia Giuseppe Tomasini per la gentilezza e disponibilità mostrate nel corso di questa intervista

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