2014

Una squadra in trincea

Pubblicato

su

Diciamolo, abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando l’arbitro ha fischiato la fine di questa partita, si perché ultimamente le partite del Cagliari sembrano durare il triplo del tempo regolare e più’ che partite sembrano battaglie.
Il Cagliari e’ nel bel mezzo di una guerra e quelli scesi in campo a San Siro più’ che giocatori sembrano soldati.
Soldati in trincea pronti a tutto per salvare il mister messo alle strette da un ultimatum e che costruiscono barricate per tutto il secondo tempo.
Ibarbo fa un ottimo primo tempo, ma e’ innocuo, prevedibile, privo di spirito battagliero, combatte senza l’ombra di strategia alcuna.
Vecino e Adryan chiamati a sostituire due titolari di peso, anch’essi dopo un buon primo tempo si spengono lentamente strada facendo.


Qualche buono spunto, poche azioni di buon livello, qualche conclusione dei più’ temerari, ma senza mai incidere, sempre tutto incolore, tutto cosi maledettamente inutile e scontato e in battaglia si sa, l’avversario va colto di sorpresa e possibilmente abbattuto alla prima opportunità’.
Invece l’Inter si risveglia, stringe alle corde l’avversario e per il Cagliari inizia la solita solfa: 45 minuti da incubo e la paura di distruggere in pochi istanti ciò’ che di buono si era costruito.
E’ andata cosi troppe volte per non presagire l’ennesima disfatta. 
Invece Il Cagliari non perde e’ vero, ma neppure convince.

In settimana le voci sull’esonero di Lopez hanno turbato l’ambiente piu’ di quanto gia’ non lo sia e alla fine a pagare pegno per questa pesante situazione e per la Caporetto che e’ stata la partita contro il Livorno, e’ forse l’anello piu’ debole del cerchio: Ivo Pulga.
La sinfonia non cambia e l’aria pesante si continua a respirare, si respira sul campo, si respira nelle immagini imbarazzanti che arrivano da Leeds, quelle della figlia di Cellino che esibisce in una foto di dubbio gusto il nuovo gioiello di famiglia, o in quella di Cellino stesso, che non curante di quel che succede da queste parti, si siede con aria spocchiosa in tribuna nel suo nuovo stadio a tifare per la sua nuova squadra.


Ora e’ tempo di richiamare all’ordine le pedine fondamentali per condurre questa battaglia da qui alla fine del campionato.
E’ tempo che la società’ si prenda le proprie responsabilità’ e indichi una strada da seguire per preservare questo importantissimo patrimonio che e’ la serie A per la Sardegna intera.
Non ci interessa con quali armi, non ci interessa chi sara’ il condottiero chi saranno i soldati prescelti o la strategia, ci interessa il Cagliari, ci interessa solo la serie A.
Un pareggio a San Siro e’ sicuramente un ottimo risultato, ma ci preme vincere l’intera guerra, anche se faticando in ogni battaglia.
Ecco, questa e’ l’unica certezza che abbiamo…..se a qualcuno ancora non fosse chiaro.

Exit mobile version