2015
Verso Cagliari-Palermo, Liverani: «La Serie A è la categoria che spetta ai rossoblu»
A poco più di due ore dal fischio d’inizio della sfida del Sant’Elia tra Cagliari e Palermo, a presentare la sfida tra le due formazioni isolane ci ha pensato il doppio ex Fabio Liverani, un passato nelle giovanili rossoblu nel lontano 1996 e tre stagioni da leader in Sicilia tra il 2008 e il 2011. Ai microfoni di Gianluca di Marzio, l’ex centrocampista reduce dalla poco fortunata esperienza alla guida del Leyton Orient nella terza serie inglese, conclusasi pochi giorni fa con la retrocessione in Football League Two, ha parlato del momento delle due squadre, con i rossoblu a un passo dalla retrocessione e i rosanero che invece festeggiano una salvezza conquistata con largo anticipo grazie anche all’esplosione della coppia Vazquez-Dybala.
Queste le parole di Liverani sulla stagione del Cagliari: «Quando le cose vanno male le colpe vanno divise, non ci può essere un solo colpevole. E’ una regola che vale nelle situazioni positive come in quelle negative. A Cagliari si sono concatenate più situazioni negative e ciò ha fatto sì che alla fine ne abbia risentito il rendimento della squadra e di conseguenza la classifica. Cagliari è una città che rappresenta un’isola intera ed è troppo importante per la Serie A. Adesso ha la forza di una società nuova, giovane, motivata che deve trovare un progetto e idee giuste. La mia opinione è che, in caso di retrocessione, non ci metteranno molto a riprogrammare il tutto e a risalire rapidamente in Serie A: è la categoria che compete ai rossoblu».
Così invece sul campionato del Palermo: «Il Palermo ad inizio campionato ha incontrato alcune difficoltà, poi Iachini ha trovato la quadratura del cerchio. Un’ottima stagione: sono esplosi due giocatori fondamentali come Dybala e Vazquez, di qualità superiore rispetto alla media di questo torneo e ciò ha permesso alla squadra di fare un buon campionato, centrando una salvezza tranquilla. Qui ogni stagione si deve prima di tutto mantenere la categoria, possibilmente senza sofferenza, proporre un buon gioco e valorizzare calciatori. Non bisogna mai farsi prendere dall’eccessivo entusiasmo e alla fine tutto ciò che arriva in più non può che essere ben accetto».