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Cagliari, Rastelli: «L’emozione c’è, ma ora sarà il campo a parlare»
Ci siamo. Quindici mesi dopo e una stagione nel purgatorio della Serie B, il Cagliari si appresta a riabbracciare quella Serie A che ha rappresentato il suo habitat naturale per ben 11 stagioni. Domani sera i rossoblu saluteranno il ritorno nella massima serie nella sfida in programma al Marassi contro il Genoa di Ivan Juric, altro protagonista dello scorso campionato cadetto alla guida del Crotone. Una sfida particolare per il direttore sportivo Stefano Capozucca, undici anni trascorsi al fianco di Enrico Preziosi, e Marco Borriello, che con la maglia del Grifone ha disputato le sue migliori stagioni in Serie A. Ad Asseminello, il tecnico rossoblu Massimo Rastelli ha presentato il match nella consueta conferenza stampa della vigilia prima della partenza per Genova.
ANCORA JURIC – Queste le prime parole di Rastelli: «Ci troviamo di nuovo di fronte io e Juric, stavolta in un altro campionato. Lui ha cambiato squadra, è andato in una società importante e anche per lui è un’occasione per consacrarsi. Juric l’anno scorso ha fatto qualcosa di impensabile, io ho fatto il mio lavoro e spero che oggi per me sia un punto di partenza».
LE SENSAZIONI – «L’emozione in questo momento c’è, mi guardo indietro e vedo quello che ho fatto negli anni per conquistarmi questa chance. Sono consapevole delle mie doti ma so anche che la società mi ha messo a disposizione un organico all’altezza. Pressioni in più? Ogni anno devi centrare un risultato, quale che sia. Certo ora siamo davanti al top delle categorie ma i risultati li devi ottenere sul campo. Da calciatore è diverso, da allenatore sono responsabile di tutto ciò che fa la squadra. Questa squadra parte da una buona base, siamo ancora agli inizi e dobbiamo ancora sistemare delle cose. La mentalità c’è, il gruppo si sente squadra».
LE SCELTE – «Joao Pedro e Farias non sono convocati, come Melchiorri e Dessena. A loro si aggiunge lo squalificato Barella. Gli altri stanno tutti bene. Nessuno in questo momento può essere al top della condizione, quindi le valutazioni abbracciano anche carisma, qualità e integrazione con i compagni di reparto. Isla e Bruno Alves? Hanno molte possibilità di scendere in campo. Barella? Lo sto provando in tutti i ruoli del centrocampo, al momento si adatta bene a qualsiasi soluzione. In ritiro non avevo numericamente ancora gli uomini per provare compiutamente la difesa a tre o cinque, ora l’occasione è propizia per far parlare il campo. Nella difesa a tre stiamo facendo progressi, c’è ancora qualcosa da limare. E’ importante capirsi al volo, quindi ad esempio Bruno Alves ancora ha qualche incertezza per via della comunicazione non immediata per via delle lingue diverse: miglioreremo anche in quello. La nostra mentalità non deve cambiare rispetto allo scorso anno, poi ci sono gli avversari. Bisognerà essere capaci di cambiare registro in corsa e lottare sacrificandosi. Quando poi abbiamo la palla possiamo imporre il nostro gioco. Lettura della partita, questa è la chiave».
L’AVVERSARIO – «Il Genoa forse è la squadra più complicata che potessimo trovare alla prima giornata. Anche se ha cambiato tecnico, la struttura di gioco è simile a quella dello scorso anno. Si aggiungono calciatori di qualità e uno stadio caldo, sarà un banco di prova stimolante. La squadra di Juric dà grande pressione e cerca di non farti ragionare, dovremo leggere bene i momenti. Sappiamo di avere le qualità per metterli in difficoltà, ma siamo anche consapevoli che ci saranno momenti anche difficili. Mi aspetto un Genoa arrembante, che cercherà di tenerci bassi. Starà a noi non farci sorprendere».
GLI OBIETTIVI – «Solo il tempo potrà dire quali saranno gli obiettivi del Cagliari. La squadra è fatta per affrontare il campionato al meglio, io sono abituato a pensare gara per gara. Più avanti, al giro di boa dei 40 punti, ci renderemo conto se ci sarà tempo per fare altri punti. In generale la Juventus ha allargato il gap con le altre, ma i campionati vanno vinti sul campo. Se avranno la fame degli ultimi anni credo che possano vincere il campionato. Mi associo alle parole di Munari ieri, noi scendiamo in campo per il massimo risultato al di là del nome dell’avversario. Massimo rispetto per tutti, cercando di fare qualche sgambetto. Il campionato è diverso da quello dello scorso anno, non potremo vincere una gara ogni due come un anno fa e sarà importante anche accantonare qualche pareggio. Salvarsi quando l’obiettivo è quello vuol dire vincere. Io non mi accontento mai e anche i miei ragazzi ragionano in questo modo. Tutto passa dalla dedizione e dal lavoro a 360 gradi. Sappiamo che per fare punti in A dovremo andare oltre i nostri limiti in ogni gara. Non puoi permetterti prestazioni sottotono. Rispetto alla B ci sono più soste, questo permette di rifiatare, di lavorare su aspetti particolari e di recuperare qualche infortunato. La gestione delle forze è diversa».
IL MERCATO – Infine, una chiosa sul calciomercato, che ha regalato uomini importanti a Rastelli: «Mercato? Ora sono troppo concentrato sulla gara di domani, vedrà il direttore sportivo se c’è margine per altre operazioni»
Dal nostro inviato ad Assemini Sergio Cadeddu.