Voci da Sulmona: «Perché credete ancora a Silvestrone?» - Cagliari News 24
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2014

Voci da Sulmona: «Perché credete ancora a Silvestrone?»

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A Sulmona Luca Silvestrone se lo ricordano bene. Il ravennate, protagonista nel 2011 della tentata scalata americana al dilettantistico Sulmona, presentò un convincente progetto per la costruzione di un nuovo stadio futuristico al piccolo comune abruzzese, accompagnato dall’onorevole Maurizio Scelli, cugino di primo grado di Silvestrone, e dal famoso architetto americano Matt Rossetti. Modus operandi non dissimile da quello portato avanti a Cagliari, insomma.

Gianni Cirillo, ex assessore all’urbanistica di Sulmona, spiega a L’Unione Sarda le sue perplessità sulla figura di Silvestrone: «Sta riproponendo pari pari quello che ha fatto qui, ma se posso capire che un bluff del genere possa capitare in una piccola città come Sulmona, con una squadra che milita in Eccellenza, mi sembra incredibile il fatto che gli diate retta a Cagliari, che è una grande città e ha una squadra in Serie A. È a dir poco sconcertante. La seconda volta che si è presentato in ufficio l’ho cacciato, venne con i soliti 4 foglietti in cui c’era l’immagine di uno stadio realizzato al computer, gli hp detto di tornare quando aveva in mano un vero progetto». Anche l’ex sindaco Fabio Federico è rimasto scottato dalla vicenda: «A Sulmona abbiamo creduto a Silvestrone perché è venuto da me presentato dall’onorevole Scelli. Quando poi è tornato con un progetto preliminare ben fatto e accompagnato dall’architetto Rossetti, ho smesso di avere dubbi: che senso aveva mettere in piedi una cosa del genere per nulla? Così abbiamo fatto una delibera d’intenti per incoraggiarli, ma da quel momento lui e il suo socio Enrico Biserni sono spariti».

Ancora incredulo per i fatti accaduti in Abruzzo l’ex juventino Ivano Bonetti, che fu scelto da Silvestrone come allenatore del Sulmona statunitense: «Luca l’ho conosciuto a Ravenna, è uno di quei personaggi che non si sa bene cosa fanno ma che bazzicano sempre attorno ai campi di calcio. Parlava, vantava contatti e amicizie importanti, si vendeva bene. Siamo diventati buoni conoscenti e quando mi ha parlato del progetto Sulmona ci ho creduto. Come ho fatto? Beh c’era Scelli, ho pensato mica sarà un coglione Scelli, era pure deputato. Purtroppo anche Scelli ha pensato lo stesso, mica sarà un coglione Bonetti. Nella stagione 2011-12 la squadra era a un punto dalla prima, ma nel frattempo avevo scoperto le balle che raccontava, mi faceva vedere delle mail ma non mi dava i numeri di telefono di questi personaggi. In realtà erano nomi inventati, come quello del responsabile della Esselunga che doveva sponsorizzare la squadra, e quelle mail se le inviava da solo. Non capisco davvero come sia possibile che prenda in giro una città e una squadra da Serie A. E mi sembra strano che Cellino, non l’ultimo arrivato, gli dia credito. Questo è uno che non conosce neanche una parola d’inglese».

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