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Zanoncelli: «A Cagliari ricordi splendidi, si faceva calcio di qualità» – ESCLUSIVA

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A tu per tu con Francesco Zanoncelli, ex difensore del Cagliari che ricorda i suoi anni in rossoblù e racconta l’avventura nel calcio australiano

Due stagioni e 63 presenze nel Cagliari fra il ’97 e il ’99, Francesco Zanoncelli oggi guarda il calcio italiano da lontano. Abbiamo raggiunto in esclusiva l’ex difensore che oggi allena i ragazzi in Australia, paese in cui si è trasferito da diversi anni. Inevitabile, di questi tempi, iniziare la conversazione parlando dell’emergenza Coronavirus: «Naturalmente c’è preoccupazione, ma per lo più riferita alle news che arrivano dal resto del mondo e in particolare dall’Italia. Qui sono state prese misure efficaci fin da subito, ci sono dei contagi ma la situazione sembra controllabile. C’è un distanziamento sociale ma non un vero e proprio lockdown. Poi il governo sta garantendo anche tutele economiche importanti».

Che ci fa Francesco Zanoncelli dall’altra parte del mondo?
«Alleno i ragazzi delle giovanili del Brisbane Roar, club che gioca nella Serie A australiana. Tutto inizia nove anni fa, quando sono entrato nel programma delle academy del Milan guidato da Filippo Galli. Ho girato mezzo mondo per seguire i ragazzi delle varie scuole, fino a quando sono giunto a Sidney dove ho trovato l’ex rossonero Andrea Icardi che mi ha offerto un ruolo da coach e ho deciso di stabilirmi in questo paese. Sono contento della scelta che ho fatto, si respira un’aria diversa».

Hai avuto modo di guardare la stagione di Serie A?
«Seguo il campionato italiano anche se il fuso orario ostacola un po’, mi tengo aggiornato su tutte le categorie. Mi dispiace che il Cagliari abbia frenato la cavalcata esaltante della prima metà di stagione, stimo molto Maran che stava facendo benissimo fino a dicembre. Sono rimasto impressionato da partite come quella in casa dell’Atalanta, dove i rossoblù hanno vinto con merito e mostrandosi squadra solidissima. Poi si è spezzato qualcosa, impossibile da fuori dire cosa sia successo; se il campionato riprenderà sono convinto che la squadra possa risollevarsi. Al momento però il calcio va in secondo piano, bisogna fare i conti con priorità più importanti».

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Facciamo un salto indietro al tuo arrivo in Sardegna nel 1997
«A Lecce venivamo da una doppia promozione, un bellissimo salto dalla C alla Serie A che forse ha portato il club salentino a non muoversi per tempo con i rinnovi contrattuali, tanto è vero che quando Ventura ha firmato per il Cagliari ha potuto portare con sé diversi giocatori. Io, Macellari, Cavezzi, De Patre e Centurioni abbiamo seguito il tecnico e di fatto accelerato lo sviluppo delle sue idee di calcio nel gruppo rossoblù. Sono stati due anni splendidi, con una promozione e una salvezza; ma anche al di là dei risultati sportivi ho bellissimi ricordi della Sardegna e della sua gente».

Era un Cagliari ben assortito, chi era il più forte in quella squadra?
«Il calcio italiano in quegli anni aveva tantissima qualità, anche solo per giocare in Serie B dovevi essere forte. A Cagliari ho giocato con tanti calciatori di ottimo livello, Mboma e Zebina per citarne alcuni. Ma il nome è per forza quello di Fabian O’Neill, che era anche il mio compagno di stanza e ho conosciuto molto bene. Un fuoriclasse vero, giocatore completo con doti tecniche pazzesche. Se fosse stato più disciplinato mentalmente sarebbe stato uno dei migliori al mondo nel suo ruolo».

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