Hanno Detto
Zappa: «Il momento più esaltante con il Cagliari? il primo gol in Serie A è stato bellissimo. Ma Bari è Bari»
Gabriele Zappa, difensore del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista in occasione delle 150 presenze con la maglia rossoblù
Gabriele Zappa, difensore del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista all’Unione Sarda, in occasione delle 150 presenze in maglia rossoblù, raggiunte nella gara contro la Juventus. Di seguito un’estratto delle parole di Zappa:
PRIMA CON IL CAGLIARI: «Venti settembre 2020, col Sassuolo. L’esordio in Serie A. Quelle vibrazioni sono difficili da spiegare. Giocai l’ultima mezz’ora, tra l’altro pareggiammo dopo che avevo recuperato palla io. Centocinquanta partite dopo sono cresciuto molto a livello umano».
BARI: «Ho rivisto quel dribbling tante, tantissime volte. Ogni volta mi soffermo sulla gioia dopo il gol di Pavo. È stata forse una delle emozioni più grandi della mia vita. Ero così dentro la partita che non pensavo a niente, ho dato retta all’istinto. Ho provato a fare qualcosa che nessuno si aspettava. Forse è stato il momento più esaltante in rossoblù, anche il primo gol in Serie A è stato bellissimo, così come la salvezza l’anno scorso. Ma Bari è Bari. Ci credevo davvero, anche perché nello spogliatoio si respirava la certezza di andare in A già in semifinale».
ALLENATORI: «Di Francesco mi ha dato tanto, non solo perché mi ha voluto. Insisteva su determinati concetti sui quali, vuoi o non vuoi, tutti gli allenatori che ho avuto sono andati a finire, senza magari esasperarli come faceva lui. Ranieri per me è stato tanto, tantissimo. Ma dico passione, come quella che ci metteva nonostante avesse settant’anni e una carriera così importante alle spalle. Ci teneva più di tutti. Con Nicola la prima volta che ci siamo incontrati nella hall di Asseminello ha esordito così: “Io non vedo l’ora di iniziare, il Cagliari mi ha sempre ispirato e volevo tanto allenarlo”. Lì ho capito con chi avrei avuto a che fare e quelle parole mi hanno caricato tantissimo».
RUOLO: «Braccetto o terzino? Non cambia poi tanto. Da braccetto ho la possibilità di sganciarmi e salire. E anche senza la palla non c’è tutta questa differenza. Poi se hai uno come Zortea o Azzi che ti copre puoi fare tutto. Meglio la difesa a tre o a quattro? Indifferente. Dipende dal modulo dell’avversario.
MAXI RITIRO: «È servito più di quanto pensassi. In generale, io sono del parere che nei momenti difficili sia meglio ritrovare se stessi in famiglia. Però, devo dire, è servito veramente tanto. Una chiacchierata in particolare. Eravamo tutti seduti in cerchio nella sala stampa e ci siamo detti le cose in faccia, senza veli. Grazie a Palomino, che è stato fondamentale. Lo sono stati come sempre anche Pavo, Deio, Nic, certo. Però stavolta a Palomino do un merito in più».
CAGLIARI-TORINO: «È ancora presto, però è una partita importante. Poi vogliamo regalare la prima vittoria in casa ai nostri tifosi. La soddisfazione di aver festeggiato la 150ª partita col Cagliari pareggiando a Torino contro la Juve e indossando addirittura la fascia da capitano? Forse non l’avevo realizzata bene e sentita così mi sono venuti i brividi. È una cosa quasi assurda se ripenso a quando sono arrivato».