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Zappa: «Sono al Cagliari grazie a Di Francesco, abbiamo un rispetto pazzesco per Ranieri»

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Le dichiarazioni del terzino del Cagliari Gabriele Zappa: ecco le dichiarazioni dell’esterno di mister Claudio Ranieri

Ha parlato il terzino del Cagliari, Gabriele Zappa. L’esterno di mister Claudio Ranieri ha parlato presso il podcast del club Terzo Tempo su Spotify. Ecco le sue dichiarazioni.

INIZI E INTER – «Il mio idolo era Kaka’, la scuola calcio l’ho fatta a Villasanta, all’epoca affiliata all’Inter, ora credo sia affiliata al Milan. Appena arrivato all’Inter mi hanno spostato subito sulla fascia, a fare il terzino. In fase difensiva ero un po’ così perché ero esterno alto. Il primo è stato di ambientamento e poi è stato comunque bello perché ho fatto tutta la trafila con la Primavera».

PESCARA E CAGLIARI – «A gennaio dovevo andare in C e poi son andato al Pescara, tanti giovani passati da Pescara si sono poi ritrovati in grandi squadre. Io ho fatto bene anche se nei primi momenti non giocavo molto, il mio procuratore mi ha detto che sarebbe arrivato il mio momento e a gennaio ho vissuto il momento migliore per poi esser comprato dal Cagliari».

DI FRANCESCO – «Passare dalla Serie B alla Serie A è stato qualcosa di pazzesco e mi son trovato in una terra che è difficile da spiegare. Si vede quanto i sardi ci tengono al Cagliari. Sai che rappresenti un’isola. Avevo altre proposte ma poi ho accettato Cagliari grazie a Di Francesco. In Sardegna non c’ero mai stato e mi sono innamorato della terra sarda».

SALVEZZA – «Calcisticamente parlando ho vissuto le emozioni più belle quando ci siamo salvato eravamo lì con la tensione di retrocedere anche se il Crotone ci aveva consentito la salvezza e siamo usciti in corridoio in hotel a festeggiare, è difficile da raccontare».

ESSERI UMANI – «Tutti pensano che dobbiamo essere delle macchine però ci sono vari aspetti che bisogna vedere perché un giocatore ha dei sentimenti come tutte le persone normali, tante volte non viene capita questa cosa. Noi sappiamo dentro di noi che non stiamo facendo bene o quando gioca bene e un fischio può fare la differenza, questo non vuol dire però che non ci teniamo. A me non piace perdere».

FISCHI – «Sono una persona a cui piace dare più che ricevere, quando ci hanno fischiato è stato frustrante anche perché io in primis sapevo che non stavo facendo bene. Mi sono ripreso e quando è arrivato il gol è stato tutto un po’ una rivincita, spero che mi abbiano applaudito anche chi mi ha fischiato».

INSULTI – «Avevo chiesto alla società di non farmi gli auguri per il mio compleanno perché poi poteva capitare che ci fossero degli insulti nei commenti, io neanche vado più a leggermeli ma ogni tanto capita anche a mia mamma e le dico “che li guardi a fare?”».

RANIERI – «Da quando è arrivato Ranieri abbiamo avuto una forma di rispetto assurda. È di un’umiltà pazzesca, vuole sempre che gli stringiamo la mano appena arriviamo all’allenamento, ci dice buon appetito a pranzo, un uomo di altri tempi. Questa cosa ci aiuta in campo, non è che ci sentiamo in dovere di fare bene per lui ma c’è una forma di rispetto. Tutti in silenzio ad ascoltarlo».

SERIE A – «Il primo obiettivo è tornare in Serie A, lo vogliamo tutti».

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