2015

Zeman: «Devo salvare il Cagliari!»

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Tornato alla guida del Cagliari, Zdenek Zeman ha una missione ben precisa: «Devo salvare il Cagliari, sono concentrato solo su questo obiettivo. Tornando qui, neppure ho portato da Roma le mazze per concedermi qualche ora a tirare. Anche il golf può attendere…», ha dichiarato il tecnico boemo ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ha le idee chiare Zeman, che ha ritrovato subito una squadra pimpante: «Non credevo che dopo tre mesi i ragazzi si ricordassero il mio calcio. Sono stato piacevolmente sorpreso dalla risposta tanto positiva. Magari potevamo fare qualche giocata in più. E, dopo appena quattro giorni di lavoro, avevo previsto che la squadra avrebbe registrato un calo, non era pensabile che riuscisse a mantenere certi ritmi».

I segnali positivi lanciati dal Cagliari, però, non sono bastati a rassicurare i tifosi, che dopo il pareggio contro l’Empoli hanno esposto striscioni e intonati cori contro la società e i giocatori: «Non possiamo essere condizionati, anche i giocatori più giovani sanno bene che tocca a noi, sul campo, meritarci il calore e l’entusiasmo dei tifosi. Se sono delusi, è giusto che manifestino, sempre con civiltà, quanto sentono dentro nei confronti di allenatore, squadra e società. Ma solo tutti insieme possiamo restare in A: il tesoro della Sardegna vale tantissimo. Io non sono il salvatore, però devo salvare il Cagliari!», ha spiegato Zeman.

L’allenatore del Cagliari ha poi parlato di alcuni elementi della rosa, a partire dalla coppia difensiva Diakitè-Ceppitelli: «Giocavano insieme per la prima volta, si sono mossi bene. Possono migliorare anche loro. Joao Pedro? Sul piano atletico e tecnico, ha qualità. Tatticamente, deve fare di più».

Zeman preferisce non fare tabelle quando si tratta di analizzare la corsa per la salvezza: il Cagliari deve correre tantissimo e racimolare più punti delle concorrenti. Come sta facendo l’Empoli di Maurizio Sarri, che ha avuto modo di conoscere: «Di lui parlano bene diversi giocatori. Nella sfida a Empoli ci eravamo scambiati la stima reciproca. Poi siamo entrambi grandi fumatori: una settimana fa nella riunione a Coverciano ci siamo goduta qualche sigaretta… Panchina d’oro? Proprio a Sarri. Perché ha dotato l’Empoli di un’efficace organizzazione di gioco, pur non disponendo di protagonisti con qualità straordinaria. Di Francesco pure continua a crescere, però Eusebio può contare su quei tre in attacco».

Il boemo, che ha preferito non commentare le voci sulla candidatura di Sarri per la panchina del Milan, ha parlato della crisi rossonera in vista del prossimo turno: «Non è giusto limitare l’analisi solo al periodo targato Pippo. Piuttosto, faccio una domanda: il Milan dell’ultima fase di Allegri e quello di Seedorf hanno patito meno di Inzaghi? Non cambiamo in funzione dell’avversario, però pure il Cagliari si esprime in funzione di quanto concede chi ha di fronte. Chi ha deluso di più tra Milan e Inter? Tutte e due allo stesso livello. Hanno in organico giocatori importanti, che non rendono come era lecito attendersi».

Zeman, che ha evidenziato l’exploit della Lazio e il calo della Roma, ha indicato Anderson, Rugani e i ragazzi del Sassuolo come giovani da seguire, mentre Romagnoli non è una sorpresa. E chi non lo sorprende più è anche Verratti, a detta sua il calciatore italiano più forte: «E’ in continua crescita, visto che si cimenta da anni in un club di livello mondiale. Verratti ha ragione quando dice che rende al meglio giocando alla Pirlo. In quel ruolo si esalta».

Si passa poi a parlare della caso Parma, che pesa sulla regolarità del campionato: «Solo in Italia è possibile che i giocatori decidano se e quando andare in campo. E non so se qualche altra società della Serie A ha una situazione simile a quella del Parma».

E si torna al Cagliari ed in particolare all’esonero di Giulini: «Ogni esonero porta dolore. Incidono differentemente le motivazioni di ciascun esonero». Infine, dopo aver ammesso di essere intrigato dal campionato tedesco, perché in Germania tutti provano a giocare calcio di qualità, Zeman ha commentato la lectio di Bielsa a Coverciano e escluso la prospettiva di allenare una nazionale in futuro: «Mi piace molto, per filosofia e idee, giuste o sbagliate che siano. É per il gioco offensivo, forse studia troppo. Sarei felice se venisse ad allenare in Italia. Allenare una Nazionale? Non resisterei senza il lavoro quotidiano sul campo. Conte ha deciso di tentare una nuova avventura e anche a lui già manca il campo. Perché non ha qualcuno con il quale sfogarsi…».

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