2015

Zeman, i numeri di un fallimento in due atti

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Da stamane Zdenek Zeman non è più il tecnico del Cagliari. Stavolta è stato il boemo a rassegnare le dimissioni alla dirigenza rossoblù. Andiamo a ripercorrere l’operato del tecnico nei due periodi in cui è stato alla guida dalla squadra sarda. In estate il suo arrivo aveva contribuito a riportare l’entusiasmo che da tempo mancava sugli spalti del mal ridotto Sant’Elia.
Proprio quel Sant’Elia che lui avrebbe voluto sempre stracolmo, perché, come spesso ripete, i tifosi allo stadio si devono divertire e tornare a casa contenti. Purtroppo sono stati rari i casi in cui questo è accaduto, anche se, grazie ad un bel gioco, alla tredicesima giornata (Cagliari-Fiorentina 0-4) la squadra sarda aveva raccolto undici punti. Ma da quella sconfitta sono arrivati un pari scialbo (0-0 a Parma) e due sconfitte che di zemaniano avevano ben poco: lo 0-2 in casa contro il Chievo aveva incrinato i rapporti con il presidente Giulini, ma la successiva partita casalinga contro la Juventus, persa per 1-3 con delle decisioni incomprensibili da parte di Zeman, ha segnato la fine di Zemanlandia, se così si può chiamare in questa triste stagione, a Cagliari.
Dodici punti in sedici gare, una media di 0,75 punti a gara, un rendimento che, se mantenuto lineare, avrebbe probabilmente garantito il raggiungimento dell’obiettivo salvezza.

A sorpresa, dopo essere stato sostituito per dieci giornate da Zola, a sua volta esonerato, Zdenek Zeman è stato richiamato per tentare un’inversione di tendenza, ma la scelta, dettata anche da motivi economici (il boemo era già sotto contratto ed un altro contratto avrebbe pesato sul bilancio economico), non si è rivelata delle migliori, e nel suo secondo mandato il boemo ha raccolto un solo punto in cinque partite, nel pareggio-beffa contro l’Empoli. Di li in poi un lento declino, sia dal punto di vista del gioco che della convinzione mostrata in campo, che è culminato con la debacle casalinga di domenica contro il Napoli. Proprio gli ultimi giorni di avvicinamento al match sono stati particolarmente burrascosi, iniziati con l’intrusione di un gruppo di sostenitori nel centro sportivo e continuati con le contestazioni durante la partita a giocatori, dirigenza e tecnico. Probabilmente anche i cori intonati insistentemente dalla Curva Nord (“Zdenek Zeman ma quando te ne vai?“), hanno contribuito a far maturare l’idea delle dimissioni.

Zdenek Zeman chiude quindi la seconda parentesi in rossoblù con il misero bottino di un punto in cinque gare, una media di 0,2 punti a partita, e soprattutto con due promesse non mantenute: la salvezza e la felicità dei tifosi. 

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