2014
Zeman: «I problemi con Conti? Stupidaggini. Non temo il Napoli»
In attesa del prossimo match contro il Napoli, è tempo di bilanci in casa rossoblù. Dopo 11 partite il Cagliari ha ottenuto 10 punti, non tanti ma nemmeno pochi. Sulle pagine de L’Unione Sarda Zdenek Zeman è in parte soddisfatto di questo avvio di stagione: «Diciasette gol fatti e diciasette gol subiti, quindi siamo pari. Tranne le prime otto tutte hanno una differenza reti al passivo. Mi sembra che vada bene, o no? La classifica è migliorabile. Considerando le prestazioni ci mancano punti, contro Atalana, Milan e Verona meritavamo di più. Stiamo cercando di fare un campionato dignitoso, provando a dare spettacolo e divertendo. A parte contro la Roma abbiamo sempre fatto la partita, contro l’Atalanta invece c’è stato tutto quello che dovremmo fare, tranne il gol ovviamente»
I PIU’ ZEMANIANI – Al boemo non piace parlare dei singoli, ma ammette: «Sau e Balzano sono i più “zemaniani” perché avevano già giocato con me. Penso che primo o poi lo diventerà anche Ibarbo. Tutti conosciamo le sue doti, però bisogna capire a cosa servono in una squadra. Perché se servono ad arrivare fino alla linea di fondo sono inutili. Ma se nelle ultime partite ha sbagliato diversi gol significa che in area di rigore ora ci va e si sta abituando a fare l’attacante. Avelar sta facendo bene, poi i gol gli permettono di mettersi in luce anche se ha sbagliato l’ultimo calcio di rigore. Meglio in fase difensiva che in quella offensiva. Caio Rangel? Non si può buttare allo sbaraglio un ragazzino di 18 anni. Arriva poi dal Brasile, tutto un altro ambiente. Del resto i primi sei mesi anche Platini e Maradona hanno faticato e non poco. Caio deve inserirsi. Uscirà fuori col tempo. Deve ancora maturare e capire quello che succede. Donsah? La Serie A non è la Primavera, sono due campionati diversi e lui deve adattarsi ad altri ritmi e ad altri avversari. Cragno rispetto a Colombi ha i tempi fuori dai pali, ha una lettura migliore. La concorrenza fa bene. Dessena, Pisano e Murru? Non so se faticano, il motivo per cui giocano meno è perché ci sono colleghi che mi danno più affidamento. Ma le cose possono cambiare col tempo, le porte sono aperte a tutti»
PROBLEMI CON CONTI? STUPIDAGGINI – Zeman smentisce anche le voci del litigio con Conti che avevano portato all’esclusione del capitano in alcune gare: «Il rapporto con lui è buono, ottimo. Tra l’altro ha iniziato proprio con me alla Roma. Ho sentito dire che c’erano stati dei problemi e per questo una volta non l’avrei fatto giocare. Stupidaggini, insomma, che lui stesso ha chiarito pubblicamente. Io non l’avevo convocato per la gara contro la Sampdoria perché si era infortunato di nuovo, ma lui voleva stare a tutti i costi vicino ai compagni e per questo è venuto con noi in panchina. Un gesto, tra l’altro, bellissimo»
MERCATO E SAN SIRO – Si passa dal calciomercato, con l’obiettivo numero uno del Cagliari: «Husbauer è un giocatore importante, l’ha dimostrato. Ma un giocatore non può cambiare una squadra» alla roboante vittoria a Milano contro l’Inter: «E’ stata una grande soddisfazione. E’ piacevole vincere a San Siro, mi piace molto giocare in quello stadio, forse per questo le mie squadre hanno sempre fatto bene, al di là dei risultati, poi chiaramente si pensa al dopo»
NAPOLI – Testa al prossimo avversario, dunque, che vedrà il Cagliari affrontare il Napoli, squadra che nonostante tutto Zeman non teme: «Perché dovrei?». Al San Paolo mancherà Sau, uscito in barella contro il Genoa: «Magari il Cagliari ci guadagna – dice il boemo – Una squadra gioca in undici. Un uomo non fa una squadra, è la squadra che fa gli uomini»
NON SOLO CALCIO – Non fermate il boemo, che nonostante i suoi 67 resta lucido nel suo gioco spettacolare: «Finché mi fanno allenare io non mollo. Semmai molleranno gli altri. Il mio erede? Penso e spero possa essere mio figlio Karel. Quando non alleno gioco a golf. Altrimenti guardo la tv: una partita si trova sempre, anche se non di calcio. L’impatto con la città è stato bello e intenso. Sento entusiasmo e tanto affetto attorno alla squadra, vogliamo ripagare sul campo tutta questa fiducia. Mi piacciono Cagliari e i sardi in generale. Poi qui c’è il mare e io adoro il mare. Non a caso ho scelto di vivere a cinquecento metri dal Poetto. Peccato che l’estate sia già finita, non capita a tutti di andare in spiaggia a leggere il giornale in spiaggia i primi di novembre. Ci stavo prendendo gusto…»