2014
Zola torna sull’addio al Watford: «Doloroso, ma non ho rimpianti»
Sono passati tre mesi da quando Gianfranco Zola ha lasciato la panchina del Watford, una decisione presa dopo una serie di rovesci che hanno convinto l’ex numero 10 del Cagliari a farsi da parte. La scorsa stagione Magic Box aveva portato la squadra fino alla finale dei playoff per la promozione in Premier League, arrivando a un soffio dall’impresa. Quest’anno invece i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative e Zola ha rassegnato le dimissioni con la signorilità che lo ha sempre contraddistinto.
Ai microfoni di Goals on Sunday l’allenatore è tornato a parlare della scelta fatta a dicembre, spiegando le riflessioni di allora e sottolineando al tempo stesso le difficoltà e la convinzione di quel passo doloroso.
«Le cose non stavano andando come avremmo voluto» ha spiegato Zola «Mi pare che fosse la quinta sconfitta di fila in casa, qualcosa non stava andando come avevamo pianificato. Serviva una mossa. E’ stato molto doloroso perché ho apprezzato il tempo trascorso là e mi sono trovato bene con le persone con cui lavoravo, ma qualcosa non stava funzionando. Me ne sono chiesto il perché tante volte. Credo che abbiamo perso giocatori importanti rispetto alla stagione precedente, e i nuovi arrivati non sono stati capaci di colmare il divario. Quella è stata una grossa perdita. Abbiamo anche perso calciatori che non giocavano molto ma erano importanti per la squadra, come John Eustace: ho alzato la mano e ammesso l’errore, avremmo potuto tenerlo nonostante qualche dubbio sulle sue condizioni fisiche».
«Eravamo anche una squadra molto giovane e l’anno precedente abbiamo giocato, credo, senza preoccupazioni: non abbiamo pensato troppo, ci siamo divertiti a giocare. L’anno successivo penso che i giocatori non siano maturati. Una cosa è giocare senza avere nulla da perdere, altro è dover rendere sempre al massimo perché sei obbligato a farlo: non ne abbiamo avuto il tempo. Ho fatto alcuni errori dei quali mi assumo piena responsabilità, ma anche il club ha commesso qualche sbaglio: è qualcosa che va diviso fra tutti. Il fatto di dover rendere e vincere dopo quanto fatto l’anno prima non ci ha aiutato. Ha messo tutti in una condizione diversa, anche i tifosi si aspettavano molto di più».
«Probabilmente mi sarei potuto dare un po’ più di tempo, ma qualche volta devi fermarti a pensare che qualcuno potrebbe fare meglio di te. Non stavo ottenendo quanto volevo e non ero soddisfatto della situazione. Non mi sembrava giusto rimanere; non so se fosse la giusta decisione, ma sentivo che qualcosa andava fatto in quel momento. E’ stato doloroso ma ho dovuto farlo. Qualche volta nel calcio le cose non vanno come vorresti e talvolta non è colpa di nessuno, è solo come vanno le cose».