2014

Zola: «Zeman esempio per il calcio italiano»

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Gianfranco Zola si schiera al fianco di Zdenek Zeman, che al pari di Arrigo Sacchi e Fabio Capello, giudicano poco allenante la Serie A per l’Europa. Il calcio italiano è lento e prevedibile, per cui bisogna saper voltare pagina, senza trascurare il rapporti con i tifosi. Considerato uno dei dieci migliori giocatori stranieri che abbiano giocato in Premier League, Zola, che è in vacanza a Oliena, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport del pareggio del Cagliari con il Milan: «Le mani di Zeman si vedono, eccome. Ho visto una squadra propositiva che cerca il gol e non aspetta l’errore avversario».

Il baronetto, fermo dopo l’esperienza sulla panchina del Watford, ha parlato delle differenze tra il calcio italiano e quello estero: «Gli allenamenti, specie in Premier e Bundesliga, sono feroci agonisticamente. Quel che fai in settimana, lo esprimi in partita. Prima ci salvavano le qualità tecniche. Adesso, non bastano più: in Champions, se non corri soffri anche con i club minor. Si riparte con applicazione e metodologia. Anche nel lavoro a secco, servono carichi e intensità di alto livello. Per competere occorre qualità e rapidità: dobbiamo correre di più e più a lungo. Ma la cornice giusta arriva solo con una mentalità diversa, con l’atteggiamento propositivo. Le partite sono statiche, e quasi sempre poco piacevoli, quando ci si studia troppo e si aspetta l’errore avversario. Cambiamo la cultura attendista. Se si rischia un po’ per trovare il gol, si fa un passo avanti. Ma solo con tecnici che siano ben allenati a difendere le idee con la proprietà».

L’esempio è proprio Zdenek Zeman: «Lo seguo da sempre, è venuto a trovarmi al Watford. Il modo in cui piazza i suoi garantisce spettacolo. Certo, per il risultato occorre anche equilibrio tra i reparti. Ma il Cagliari, orfano negli ultimi dieci mesi di Nainggolan, Astori, Pinilla e con tanti nuovi giovani, mi pare in crescita».

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